Cara, chiesto il commissariamento dell’appalto La decisione adesso alla prefettura di Catania

L’annuncio era stato dato undici giorni fa, adesso c’è l’ufficializzazione. L’autorità nazionale Anticorruzione, organo guidato da Raffaele Cantone, ha chiesto il commissariamento dell’appalto del Cara di Mineo. La richiesta è stata avanzata alla prefetta di Catania, Maria Guia Federico, che dovrà decidere se procedere o meno. Secondo il magistrato campano le procedure di affidamento della gara da 97 milioni di euro per gestire i servizi all’interno del centro d’accoglienza per richiedenti asilo dal 2014 al 2017 sarebbero state irregolari. 

Ad aggiudicarsi la gara, esattamente un anno fa, è stata l’associazione temporanea di imprese Casa della Solidarietà, ente formato dalle stesse cooperative e società che hanno gestito il Cara: Senis Hospes, consorzio Sol. Calatino, consorzio Sisifo, Cascina global service, Pizzarotti (proprietaria del residence degli aranci) e il comitato provinciale della Croce Rossa. La commissione era quella composta anche da Luca Odevaine, presidente della fondazione IntegrAzione e ritenuto uno degli elementi principali della presunta organizzazione criminale scoperta con l’indagine della procura di Roma Mafia capitale

L’autorità nazionale ha inviato la documentazione alle procure di Catania e Caltagirone già nel marzo 2015, tre mesi dopo lo scandalo. Un filone dell’inchiesta pochi giorni fa è giunto proprio alle falde dell’Etna, dove risultano indagati Giuseppe Castiglione, allora presidente della provincia etnea e attuale coordinatore di Ncd Sicilia e sottosegretario all’AgricolturaGiovanni Ferrera, direttore del consorzio Calatino terra d’accoglienza, Paolo Ragusa, presidente della cooperativa Sol.Calatino, i sindaci di Mineo e Vizzini, Anna Aloisi e Marco Aurelio Sinatra e lo stesso Odevaine. Il quale, intercettato dagli inquirenti della procura romana, spesso si trova a parlare dell’appalto. «Noi non volevamo fare la gara perché è una finta gara…», afferma ignorando di essere ascoltato dalle forze dell’ordine.

L’ente guidato da Raffaele Cantone mette in risalto come nell’ambito di un’unica procedura di gara si sia proceduto all’affidamento di diversi contratti: gestione amministrativa, assistenza sanitaria, servizio di pulizia e igiene ambientale, ristorazione, forniture agli ospiti, manutenzione. «Era assolutamente illegittimo con requisiti fatti quasi su misura e con la vittoria di un solo concorrente con un ribasso di solo l’un per cento», ha spiegato Raffaele Cantone quando ha annunciato la richiesta di commissariamento. «Con i migranti si sono fatti tantissimi affari – ha aggiunto – con rischi sicuramente minori di quelli che comporta il traffico di droga. Si è sviluppato attorno a questo fenomeno un florido meccanismo d’affari». 

Redazione

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