Cara, assegnata gestione per prossimi 3 anni Nome nuovo, stessi soci: affare da 97 milioni

Si è andati di proroga in proroga a partire da dicembre 2012. Adesso per il Cara di Mineo arriva un punto di svolta che in realtà lascia tutto com’è: la commissione giudicatrice ha assegnato la gestione del Centro per richiedenti asilo per i prossimi tre anni all’associazione temporanea di imprese Casa della Solidarietà. Cambiano i nomi, non la sostanza. Dietro la costituenda Ati ci sono le stesse cooperative e società che fino ad oggi hanno composto il gruppo che è attuale gestore della struttura. Si tratta della Senis Hospes, il consorzio Sol. Calatino, il consorzio Sisifo, la Cascina Global Service, la Pizzarotti (proprietaria del residence degli aranci) e il comitato provinciale della Croce Rossa. Arriva da loro l’unica offerta presentata e ritenuta valida.

Sono stati quindi disattesi gli auspici di Giovanni Ferrera, direttore generale del Consorzio dei comuni Calatino terra d’accoglienza, ente attuatore del Cara e incaricato dal Ministero di bandire la nuova gara. Ferrera a febbraio aveva parlato a CTzen di un avviso pubblico europeo con la possibile partecipazione di più soggetti. Non è andata così: l’unica offerta arrivata è quella della Casa della solidarietà che gestirà il centro ricevendo nei prossimi tre anni 97 milioni di euro. La costituenda Ati ha infatti presentato un’offerta con un ribasso dell’1,00671 per cento: garantirà tutti i servizi previsti dal capitolato con 29,50 euro al giorno per ogni migrante, circa cinque euro in meno rispetto a quanto il consorzio Sisifo riceve oggi, cioè 34,60 euro. Cifra che, moltiplicata per tremila (i richiedenti asilo previsti dall’accordo) e per tre anni porta proprio a una spesa totale di 96 milioni 907mila 500 euro.

La decisione è stata ratificata lo scorso 30 giugno nella sede legale del Consorzio Calatino Terra d’accoglienza. La commissione giudicatrice era composta dal presidente Ferrera, Luca Odevaine, presidente della fondazione IntegrAzione, l’architetto Salvatore Lentini e Salvatore Vicari. All’offerta presentata dalla Casa della solidarietà sono stati assegnati 65 punti sul totale di 70. Di questi, 46 (su 50) vengono dal giudizio sulla qualità dei servizi offerti, mentre 19 (su 20) da quello sulle proposte migliorative. Al fine dell’aggiudicazione di quest’ultimo punteggio è risultata determinante la partecipazione all’Ati della Cascina Global Service, che si occupa dei pasti e della Croce Rossa, per la disponibilità di medici specializzati.

Per quanto riguarda la valutazione sulla congruità economica dell’offerta (a cui, secondo il bando, si sarebbe dovuto assegnare un coefficiente), la commissione scrive nel verbale della seduta del 30 giugno che «non procede al computo del punteggio attribuibile alla stessa in quanto non risulta possibile applicare la formula prevista nel bando di gara». Basta, dunque, il giudizio tecnico.

Futuro garantito quindi per il centro per richiedenti asilo più grande d’Europa. Con buona pace per Matteo Salvini. Il segretario della Lega Nord ha fatto visita oggi alla struttura, aperta proprio mentre il suo collega di partito Roberto Maroni era ministro dell’Interno. In riferimento ai problemi del Cara – sovraffollamento, pasti, tempi lunghi di attesa – ha commentato: «Sono venuto per vedere come vengono spesi questi 50 milioni di euro e se è vero che i contribuenti italiani pagano anche mercato clandestino, droga e prostituzione. Mi chiedo se è corretto spendere i soldi così oppure se queste sono strutture che vanno progressivamente chiuse».

In attesa del nuovo corso, è stata approvata l’ultima proroga: fino al 31 agosto sarà sempre l’Ati guidata dal Consorzio Sisifo a gestire il centro. Dal giorno dopo si cambia nome.

Salvo Catalano

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