Nel pieno della bufera non ha rilasciato dichiarazioni, preferendo mantenere il profilo basso e incassando un appoggio da parte del suo partito che ha scatenato non pochi malumori. Daniele Capuana è uno dei protagonisti della querelle scatenatasi a Motta Sant’Anastasia. A lui si è contrapposto Danilo Festa, indicato dal circolo locale come candidato sindaco da sostenere alle elezioni amministrative del prossimo 25 maggio. Ma la direzione provinciale ha bloccato l’iter, scegliendo – non senza destare mal di pancia tra onorevoli ed esponenti – di non affidare a nessuno il simbolo del partito.
Settanta iscritti hanno inviato una lettera aperta al segretario Enzo Napoli, mostrando il proprio dissenso e appoggiando Festa. Nel documento hanno attaccato il partito, definendolo «una confederazione di notabili che tutto decidono, anche a prescindere delle deliberazioni dei circoli, o, se occorre, in deroga dello statuto». Ma dal canto suo, Capuana si mostra quasi imperturbabile sull’argomento. Ed evita con cura anche il termine giudicare. «Non giudico – afferma – mi limito a constatare che ci sono dei problemi tra il circolo Pd di Motta e la segreteria provinciale, tant’è che è subentrato un commissario». E anche sulla scelta di ritirare il simbolo si mostra sereno. «La fiducia del Partito democratico e di Matteo Renzi mi ripagano di screzi atavici tra correnti interne che nulla hanno a che vedere con il Pd».
Formalmente il partito non appoggia nessuno, ma pochi minuti dopo l’annuncio ufficiale Capuana ha ricevuto l’appoggio di alcuni esponenti di spicco. Una sorta di risarcimento per non aver ottenuto il simbolo? «Ringrazio tutti coloro che mi sostengono in questa sfida elettorale – dichiara – Lavoro ogni giorno con grande serietà ed entusiasmo per non deludere nessuno, soprattutto gli elettori che sono al mio fianco per il cambiamento di Motta. Il resto sono solo polemiche che non m’interessano». Nemmeno le voci che sostengono un suo rifiuto alla richiesta di effettuare le primarie lo scompongono. E per rispondere elenca i risultati ottenuti dal 2010, quando è tornato al centrosinistra dopo il periodo passato nell’Mpa. «Sono iscritto al Pd dal 2010 – racconta – sono stato candidato alle ultime elezioni regionali dell’ottobre 2012 portando in dote al Pd cinquemila voti. Il resto sono solo cattiverie gratuite».
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