Le imprese locali escluse dai festeggiamenti per il Capodanno a Palermo si sentono «tradite dall’amministrazione» e minacciano azioni legali. A breve, infatti, potrebbero impugnare il bando e presentare ricorso per mancato guadagno perché l’avviso pubblico «non è stato gestito come tale dal Comune ma come una trattativa privata con La Ferlita». Ne hanno discusso stamane durante un incontro pubblico al teatro Politeama artisti, maestranze locali e associazioni del territorio manifestando il proprio disappunto e malcontento per essere stati esclusi. Tra i più agguerriti Francesco Panasci che con la ditta Panastudio si era classificato primo in graduatoria ma, dopo l’addio del cantante Khaled a causa del ritardo con il quale è stata aggiudicata la gara, è stato costretto a tirarsi indietro e lasciare spazio al secondo classificato. In questo caso, alla Musica e Suoni del promoter rock catanese Nuccio La Ferlita, che sul palco per il concerto in piazza voleva portate Tony Colombo e Giusy Ferreri. Ma proprio questi due nomi hanno scatenato nuove polemiche.
All’ultimo momento, infatti, la cantante italiana ha dato forfait mentre il cantante neomelodico è stato denunciato dall’amministratore della Toba Service per i reati di «truffa e falsità in scrittura privata». Secondo Panasci, tuttavia, il Comune avrebbe usato «due mesi e due misure», dando la possibilità alla Musica e Suoni di trovare delle alternative senza scorrere nuovamente la graduatoria. «Quando ormai era chiaro che Khaled non avrebbe più partecipato – dice Panasci – non è mi è stata data la possibilità di trovare un nuovo artista. Trattamento che invece è stato riservato a La Ferlita che aveva ha avuto la possibilità di rimodulare l’offerta tecnica dopo l’addio di Ferreri». Un trattamento «speciale» che a Panasci e ad imprenditori locali proprio non è andato giù.
«Dopo l’uscita di scena della Ferreri – prosegue – non si è fatta scorrere la graduatoria ma il bando è stato trasformato in una trattativa privata tra il dirigente e La Ferlita. A quel punto o ripartivano dal primo classificato o dal terzo. Non capisco perché questo doppio trattamento. Ora – spiega – valuteremo il tipo di azioni legali per far valer i nostri diritti». Ma il malcontento che serpeggia è legato anche al fatto che le aziende che si occuperanno del palco, così come i tecnici audio e video, persino i facchini, saranno tutti catanesi. «Un’organizzazione interamente Made in Catania – dichiarano i lavoratori e gli artisti esclusi – che non lascia spazio ai palermitani. Le operazioni di allestimento del palco e delle annesse strutture che ospiteranno nella notte di Capodanno, Tony Colombo e company, lasciano l’amaro in bocca a chi sperava di poter lavorare in occasione della festa in città». Il solo nome palermitano che figura tra i protagonisti del Capodanno è il bravo comico Stefano Piazza considerato che lo stesso Colombo da anni ormai non risiede più a Palermo.
«Il nostro diritto al lavoro e la nostra presenza non contano – affermano – dobbiamo veder lavorare nella nostra città altre persone e per noi non c’è spazio. La sopravvivenza delle nostre attività è sempre più in bilico ed un evento come questo poteva essere una boccata di ossigeno per molti di noi». I partecipanti all’avviso pubblico per i festeggiamenti del Capodanno in piazza si sono dati appuntamento, qualche giorno fa, a palazzo Ziino, sede dell’assessorato comunale alla Cultura, per l’organizzazione congiunta della serata di Capodanno, con il coinvolgimento di artisti e maestranze palermitani. «Dopo attese ed insistenze – dicono – il funzionario del comune Sergio Forcieri non ha preso visione della proposta né ricevuto i presenti, lasciando tutto in mano all’agenzia catanese Musica e Suoni nonostante le carte burocratiche, a detta di tutti i partecipanti al bando, non fossero perfettamente in regola».
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