Capodanno 2013 con Max Gazzè Quel brindisi finito male

La storia del capoluogo siciliano ci insegna che numerosi sono stati gli scandali che hanno dato un ritmo alle varie dirigenze politiche che si sono susseguite sino a oggi. Una delle ultime in ordine cronologico ha proprio a che fare con il ritmo e riguarda il Concerto di capodanno 2013. Quando si esibì sul palco del Politeama, proprio il 31 dicembre 2013, Max Gazzè. I giornali locali hanno già dato in pasto ai lettori la storia e i protagonisti principali. Per chi ancora non conoscesse la vicenda, il caso riguarda «l’ipotesi della condotta irregolare imputabile ai componenti della commissione appaltante in merito alla gestione delle procedure di aggiudicazione». A capo della commissione c’era Ferdinando Ania, ora indagato per un presunto abuso d’ufficio assieme al funzionario comunale Salvatore Tallarita. Proprio Tallarita tempo fa, durante un programma televisivo locale, impartiva ai telespettatori lezioni di trasparenza spiegando l’importante lavoro della imparziale commissione.

Ma qual è stata l’associazione che ha vinto questo discusso bando pubblico dal valore di circa 128mila euro? L’associazione Levana (proposta economica al bando, intorno ai 160mila euro) di Manfredi Lombardo, anche lui al momento indagato dai pm di Palermo, «la quale, a differenza degli altri partecipanti, appariva in grado di garantire la prestazione artistica di Max Gazzè con diritto di esclusiva, ritenuta determinante ai fini della scelta del programma musicale».

Ma l’esame della documentazioni acquisita dalla Procura di Palermo ha evidenziato alcune incongruenze. Numerose sono le irregolarità messe in risalto dalla polizia giudiziaria in merito alla documentazione che l’associazione doveva presentare l’11 dicembre 2013, termine ultimo per la partecipazione al bando. Ma anche la fase «procedurale di liquidazione delle somme in favore dell’associazione Levana appare inficiata da gravi irregolarità». Stranezze evidenziate anche dalla dottoressa De Luca nella qualità di responsabile dell’unità organizzativa manifestazioni di grande rilevanza del Comune di Palermo «che aveva informato il dirigente Ania per la determinazione del caso».

Un Durc (Documento unico di regolarità contributiva) negativo alla vincita del bando e «un atteggiamento illecito tenuto dal rappresentante legale dell’associazione che avrebbe reiteratamente dichiarato il falso attestando sia di non essere titolare di alcuna posizione contributiva Inps ed Inail sia di non aver commesso violazioni gravi in materia di contribuzione previdenziale ed assistenziale» sono due dei punti cardine dell’inchiesta.

Un istruttore amministrativo Inail a conoscenza dei fatti ha intanto affermato agli investigatori che «l’associazione Levana è titolare di posizione Inail dal 25 giungo 2007» e che il Durc è stato sospeso a «causa di alcune irregolarità contabili concernenti l’omesso pagamento di una sanzione civile e di pregressi premi assicurativi e una irregolarità formale concernente l’omessa presentazione delle dichiarazioni retributive relative agli anni 2009-2012». Solo in seguito alla regolarizzazione della posizione contributiva, il rappresentante legale dell’associazione, ha ottenuto il rilascio del Durc con esito positivo (11 aprile 2014).

Manfredi Lombardo è un volto noto nella classe giovanile di sinistra e non solo. Il suo curriculum è di tutto rispetto: ha fatto parte dei democratici di sinistra, poi del Pd sino a essere candidato come consigliere comunale nel 2007 nella lista Sindaco Orlando senza un buon esito. Ci riprova nel 2012 per le elezioni regionale siciliane nella lista Fava Presidente. Ha fatto parte nel 2013 del direttivo che ha organizzato assieme all’amministrazione, il pride nazionale di Palermo. È stato direttore artistico anche del pride nel 2014. Inoltre gestisce il Blow Up, un ex circolo Arci che ha ospitato numerosi eventi.

L’esecutivo territoriale Arci di Palermo tiene a precisare che «nell’anno in corso la suddetta associazione Levana non ha chiesto di affiliarsi al nostro circuito e quindi ha interrotto il suo percorso all’interno della nostra comunità. In merito ai quesiti che ci vengono posti circa le contestazioni che, in passato, hanno avuto a oggetto le attività e la gestione del circolo nonché la sua congruenza con le finalità dell’Arci ed eventuali pendenze economiche – concludono – esse sono attualmente al vaglio dei nostri organismi interni e non riguardano in nessun modo gli eventi oggetto dell’inchiesta».

Maurizio Zoppi

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