«Palermo mi è piaciuta, sarebbe molto bello tornare». Difficile non credere alla bontà di questa dedica dell’artista sudafricano Ricky Lee Gordon, che nei giorni scorsi ha omaggiato Palermo con un suo personale regalo. È merito suo infatti se adesso il gruppo bronzeo simbolo della tragedia realizzato da Benedetto Civiletti per il teatro Massimo rivive sui muri del mercato storico del Capo. Lo ha realizzato in poche ore, l’affermato muralista con base a Los Angeles considerato dal National Geographic uno degli «undici street artist migliori al mondo». Una tecnica, la sua, che punta soprattutto a modificare la percezione della superficie di lavoro dipingendo all’interno della stessa il soggetto scelto per l’occasione. Ma che ci faceva uno come lui a Palermo?
«È arrivato in Sicilia nell’ambito di un progetto realizzato a Frazzanò», racconta a MeridioNews Mauro Filippi, designer per Push, un laboratorio di design appunto che si occupa soprattutto di innovazione sociale e rigenerazione urbana. Proprio nel piccolo borgo dei Nebrodi l’artista è stato impegnato, insieme al collega spagnolo Ampparito, all’abruzzese Alleg, al pugliese Davide DPA e al catanese Poki, in un recente progetto di arte urbana contemporanea promosso nell’ambito del festival fra.me.it: fra aprile e maggio il Comune ospita cinque artisti italiani e stranieri affidando loro degli spazi ricavati sulle lunga mura di contenimento che attraversano il paese. Un’occasione per riflettere sui confini e sui limiti, nel tentativo di dare alle opere realizzate il valore di istantanee artistiche contemporanee.
«Rientrato a Palermo per ripartire per le Mauritius ha saputo solo in aeroporto che il suo aereo era stato cancellato e riprogrammato due giorni dopo, per cui è stato “costretto” a rimanere in città – racconta ancora Filippi -. A quel punto, insieme ad Antonio Curcio dello Studiolo Palermo, gli abbiamo fatto fare un giro per Palermo e lui, che per ora è ispirato dalle statue classiche o comunque storiche, ha deciso di riprodurre quella del teatro Massimo da cui era stato particolarmente colpito durante la velocissima visita. L’opera è stata concepita e realizzata in pochissime ore».
«Ricky ha avuto davvero pochissimo tempo per vivere la città, non ha avuto modo di farselo un vero e proprio giudizio. Ma per lasciare questo tipo di omaggio e riprodurre una statua locale di sicuro non deve essergli dispiaciuta», rassicura infine Mauro Filippi.
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