«Siamo stanchi di contare i danni ad ogni pioggia, viviamo una situazione di completo abbandono e nessuno sembra pronto a venirci incontro». Queste le parole degli abitanti di via Garitta, strada del borgo marinaro di Capo Mulini, ancora alle prese con le conseguenze della bomba d’acqua abbattutasi ieri nel comprensorio. La frazione acese, frequentata quotidianamente nei mesi estivi, con l’arrivo del freddo si svuota di villeggianti. Chi resta, però, deve fare i conti con i vicini torrenti Peschiera e Lavinaio, che quasi ad ogni forte piogge straripano, causando allagamenti e quindi preoccupazioni.
Parte del lungomare, fino al molo, sembra essere stata risparmiata dalla fanghiglia; cosa diversa invece se si prosegue verso l’altra zona del borgo. Qui i privati fanno ricorso a qualsiasi mezzo per liberare i piani bassi degli edifici, ridotti a palude e dove si fatica persino a camminare. Davanti l’androne del proprio palazzo, una donna si fa aiutare da alcuni operai per liberare la propria abitazione da oggetti divelti e materiale. «Da cinque anni è sempre la stessa storia – racconta la residente a MeridioNews – Dobbiamo anche ricorrere a ditte private pagate profumatamente perché nessun altro viene a darci una mano». A terra campeggiano montagne di detriti: vegetazione e terriccio lasciato sul posto dagli allagamenti. «Ho dovuto aiutare mia figlia a uscire di casa – prosegue – Non sono mai stati fatti dei lavori per risolvere la questione, le catidoie sono ostruite e c’è anche la costruzione di alcune case che non aiuta il torrente a defluire».
Lungo la via Garitta ci sono porte e finestre spalancate mentre si prova a rimuovere la grande quantità di fango arrivata su Capo Mulini. «Senza l’aiuto di alcuni amici saremmo rimasti bloccati in casa – aggiunge una vicina – Ci sentiamo isolati oltre ad avere molta paura». «L’anno scorso ci sono stati ancora più danni – continua un giovane poco più in là – ciò non toglie che la situazione deve essere risolta a monte».
Tutti gli abitanti della borgata, insomma, si aspettano interventi da parte dell’amministrazione, che solo qualche mese fa aveva, grazie al Patto per il sud, ottenuto dei finanziamenti per venire a capo al problema dello smaltimento delle acque piovane. Le zone della Timpa e Capo Mulini rientrano nei luoghi interessati dagli interventi di risanamento programmati, eccetto il torrente Peschiera.
Il sindaco Roberto Barbagallo, da parte sua, dichiara di aver già preso dei provvedimenti su quest’ultimo punto. Il corso del torrente sarebbe occupato da alcune abitazioni da tempo al centro di cause intentate dal Comune. «A preoccuparci è proprio il torrente Peschiera, stiamo cercando di intervenire attraverso dei fondi regionali – spiega il primo cittadino – Una parte del torrente è intubata e ci sono delle abitazioni su cui, se l’abusivismo venisse confermato, prenderemo provvedimenti».
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