Maggioranza, Sicilia Futura contro due assessori «Vermiglio e Micciché si dimettano». Verso sfiducia

Nuove crepe nella maggioranza che sostene il governo Crocetta all’Assemblea Regionale. L’ultima sessione di bilancio della legislatura fa sentire i suoi strascichi, mentre il calendario delineato dalla conferenza dei capigruppo impone tempi strettissimi in vista dello scadere dell’esercizio provvisorio, il prossimo 28 febbraio. A rincarare la dose, dopo lo strappo degli scorsi giorni del presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, che ha abbandonato la maggioranza e ha annunciato la presentazione di 250 emendamenti alla Finanziaria, ecco arrivare due nuove spade di Damocle sulle spalle dell’esecutivo. Due esponenti di Sicilia Futura, Michele Cimino e il presidente della commissione Affari Istituzionali, Salvatore Cascio. Entrambi chiedono la testa di altrettanti assessori.

Secondo Cimino, sui fondi del Parco archeologico di Agrigento l’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio si comporterebbe «come mandrake». «Trovo grave – sottolinea il deputato del movimento che fa capo all’ex ministro Cardinale – che le risorse incassate nel parco agrigentino tramite i ticket di ingresso per i servizi di fruizione turistica, esempio unico in Sicilia di valorizzazione dei beni culturali, vengano spostati per finanziare il bilancio della Regione e addirittura i parchi meno virtuosi. Con l’emendamento del governo all’articolo 26 della legge finanziaria si è toccato davvero il fondo. L’assessore Vermiglio, dopo questa scelta folle, farebbe bene a dimettersi e a tornare alla sua professione».

Non è meno diretto il presidente della prima commissione, Cascio, secondo cui «la vicenda degli Asu sostenuti dal Fondo sociale occupazione e formazione che si trovano nel limbo, senza la possibilità di essere utilizzati in tanti enti siciliani, è l’emblema di come l’assessorato al Lavoro guidato da Gianluca Miccichè abbia abbandonato a se stessi questi lavoratori non ritenendo prioritaria questa vertenza nella Conferenza Stato-Regioni». Un attacco severo, sintomo dei tanti mal di pancia nella maggioranza, che contribuiscono alla minaccia di divorzio da parte dei Centristi di D’Alia, insieme ai ripensamenti del Nuovo Centrodestra di Alfano.

Adesso è il turno degli uomini di Cardinale, che mandano a Crocetta e ai suoi un segnale chiaro. «Manca la convenzione tra la Regione e l’Inps – accusa ancora Cascio, a proposito della vicenda Aus – e 250 lavoratori rischiano la fuoriuscita dal bacino grazie al quale percepiscono un assegno di sostegno. Credo che l’assessore Miccichè dovrebbe passare la mano. Sono tante le vertenze che non ha saputo affrontare. Non mi stupirebbe un voto dell’Aula per sfiduciarlo». A prendere le difese di Micciché sulla vicenda dei lavoratori socialmente utili, è intervenuto direttamente Crocetta, che assicura che «non c’è alcun problema per il pagamento dei lavoratori. La circolare inviata ai Comuni, infatti, riguarda soltanto 150 operatori su 7mila beneficiari di contributo. Quei 150 operatori venivano retribuiti attraverso trasferimenti dello Stato e sembrerebbe che lo Stato, in atto, non voglia più confermare quei pagamenti. Sicuramente – aggiunge Crocetta – non saranno 150 lavoratori su 7mila a sconvolgere le finanze della Regione. Nella prossima riunione dell’esecutivo, la giunta delibererà di provvedere con fondi regionali al pagamento di quei lavoratori e nel contempo aprirà una discussione col governo nazionale, perché continui a garantire i trasferimenti. Per quel che mi riguarda la vicenda è chiusa e voglio rassicurare i lavoratori che il governo non li abbandonerà».

Ma nonostante le rassicurazioni del primo inquilino di Palazzo d’Orleans, se gli esponenti della maggioranza si limitano a una minaccia di mozione di sfiducia nei confronti del titolare dell’assessorato al Lavoro, ecco Forza Italia pronta a rincarare la dose: «Miccichè – accusa il vicecapogruppo di FI, Vincenzo Figuccia – merita la sfiducia del parlamento regionale. Nella sua azione di governo non ha saputo affrontare problematiche come quelle degli sportelli multifunzionali, degli Asu, dei Pip e della mobilità in deroga». Secondo Figuccia, «nelle sue audizioni in commissione all’Ars così come nelle dichiarazioni di intenti, l’esponente del governo si è manifestato come un venditore di fumo e persino come un incallito impreparato». La mozione di sfiducia potrebbe essere depositata già nei prossimi giorni e tra i forzisti sono in molti ad essere convinti che non sarà difficile convincere la maggioranza dei deputati a votarla.

Miriam Di Peri

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