«Non ci sono commenti che si possono fare, ogni parola è superflua. La conoscevo da quando era bambina». C’è incredulità e dolore all’esterno della chiesa Sacra Famiglia di viale Mario Rapisarda a Catania, per i funerali di Giovanna Cantarero. Conosciuta come Jenny, la ragazza, 27 anni, è stata uccisa la sera di venerdì scorso a Lineri. A spararle tre colpi di pistola il 31enne Sebastiano Spampinato, il cui cadavere è stato trovato ieri dai carabinieri in un immobile di zona Campo di Mare, nella parte sud della città, dopo essersi sucidato. Quello di Canteraro è l’ennesimo femminicidio in provincia in pochi mesi.
Questa mattina sono state diverse le decine le persone che hanno preso parte alle esequie, attendendo l’arrivo del carro funebre. L’ingresso della bara bianca, su cui è impresso il volto della vittima, è stato accompagnato da un lungo applauso. In precedenza era stato appeso uno striscione con la scritta «la tua bellezza brilla in cielo». Tra le persone che hanno deciso di partecipare alle esequie anche chi non era né parente né amico di Cantarero. «Indipendentemente che la conoscessi, ho deciso di esserci. Queste sono cose che è impossibile accettare», ha detto una donna prima di entrare in chiesa.
Dopo la funzione religiosa, all’uscita della bara dalla chiesa, sono stati esplosi numerosi botti. «A distanza di pochi mesi tre donne sono state uccise, mi auguro che possa essere superato un retaggio culturale che alberga nella nostra società», ha dichiarato il sindaco Salvo Pogliese.
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