Canili Nova Entra, la Procura chiede l’archiviazione «Trascurabili discrepanze rispetto ai requisiti di legge»

Falso, truffa, abuso d’ufficio, maltrattamento e abbandono d’animali. Sono tanti i reati per cui Mario Bongiorno e altre 17 persone sono indagati dalla Procura etnea in merito alla gestione dei canili Nova Entra di San Gregorio – convenzionato con il Comune di Catania per il triennio 2012/2014 – e di Adrano. Accuse che però, secondo i pubblici ministeri, sono infondate. Per questo il 10 dicembre i sostituti procuratori Assunta Musella e Alessia Minicò hanno chiesto l’archiviazione del procedimento. Anche se vengono riscontrati un illecito smaltimento di rifiuti sanitari e fanghi e diversi abusi edilizi ormai andati in prescrizione. «Siamo sconvolti, ma non ci fermeremo», commentano gli attivisti dell’associazione L’altra zampa, che avevano denunciato la vicenda.

La storia dei canili Nova Entra – in particolare quello di San Giovanni Galermo ribattezzato «il canile degli orrori» – è al centro da mesi di denunce e controlli. L’indagine della Procura inizia dopo un’informativa depositata il 25 luglio del 2013 da Adriana Muliere, ex dirigente del commissariato di Nesima (poi trasferita) che ipotizza la sussistenza di abusi edilizi all’interno delle strutture, l’illegittimità delle sanatorie rilasciate, reiterati illeciti ambientali, l’assenza o comunque l’illegittimità dei titoli abilitativi necessari per la gestione dei canili, abusi nell’affidamento del servizio di randagismo in carenza dei requisiti indicati nel bando di gara, dichiarazioni false di funzionari dell’Asp. Infine si ipotizza il più grave reato di traffico illecito di rifiuti. Ed è proprio da qui che partono le verifiche della Procura.

I controlli vengono assegnati al Nucleo operativo ecologico (Noe) dei carabinieri che in una nota, depositata il 22 ottobre del 2013, fanno il punto sulla situazione dello smaltimento dei rifiuti. E accertano che fino a giugno 2013 i rifiuti sanitari e quelli provenienti dal sistema di depurazione delle acque reflue sono stati sversati illecitamente. Solo dopo questa data i canili hanno siglato contratti con apposite ditte di smaltimento. Il che, secondo la Procura, configura solo «una contravvenzione per abbandono di rifiuti». La relazione dell’ottobre del 2013 si ferma qui e non passa in esame gli altri possibili reati. 

A indagine in corso, il 16 aprile del 2014, arriva come un terremoto l’ispezione della task force del ministero della Salute a cui l’associazione animalista L’altra zampa aveva presentato denuncia – insieme ai Nas. Dal controllo emergono numerose irregolarità, oltre che «denutrizionepatologie a carico dei cani, sovraffollamento e pessime condizioni igienico sanitarie». Anche i medici veterinari del ministero ipotizzano, per Bongiorno, il reato di maltrattamento di animali. Confrontando quella relazione dei Nas con il capitolato tecnico alla base dell’appalto vinto da Nova Entra, emergono punti non rispettati, sia in termini di requisiti della struttura, sia come obblighi dell’affidatario, sia infine per quanto riguarda i controlli degli enti competenti, Comune e Asp. Scatta il sequestro preventivopoi annullato dal Tribunale del riesame. I due nuovi procedimenti nati dall’ispezione vengono riuniti a  quello principale. 

Solo dopo il dissequestro, a quanto si evince dalla richiesta di archiviazione, la Procura nomina un suo consulente tecnico che «a sorpresa entri nei due canili per accertarne la reale condizione» e reperire i documenti utili. Qualche dubbio nasce dal citato effetto sorpresa, considerato che la struttura nel frattempo aveva subito un sequestro e un dissequestro. La nota conclusiva del consulente arriva il 25 luglio del 2014, cioè più di tre mesi dopo l’ispezione ministeriale e due mesi dopo il dissequestro. Dalla consulenza – realizzata mediante «numerosi sopralluoghi, copiosi rilievi fotografici e misurazioni quantomai accurate» – emerge che le due strutture presentano «lievi e per certi versi trascurabili discrepanze rispetto ai requisiti di legge, discrepanze che certamente non consentono di esprimere un giudizio di inadeguatezza alla funzione cui sono destinate, tale da potersi dire integrata la condotta di maltrattamento o di abbandono di animali». 

«Inoltre – continuano i sostituti procuratori – il consulente ha specificato di avere effettuato il primo dei sopralluoghi a sorpresa mediante l’ausilio dei Nas di Catania, riscontrando in quella occasione un buon livello di pulizia generale con modesta presenza di escrementi e urine all’interno di ciascun box compatibili con una pulizia giornaliera, oltre alla presenza delle sostanze e delle attrezzature necessarie alla disinfestazione per i parassiti esterni degli animali e per i trattamenti antiparassitari». 

Cadrebbe così, secondo l’accusa, anche il reato di falso per i funzionari dell’Asp, visto che «i verbali dei sopralluoghi da questi effettuati in passato non appaiono difformi dalla reale condizione dei luoghi accertata». A divergere in maniera netta resta dunque solo la relazione dei Nas a seguito dell’ispezione di aprile. 

Per quanto riguarda il maltrattamento di animali viene accolta la difesa di Bongiorno secondo cui molti cani sarebbero entrati al canile già in cattive condizioni. Anche se, sottolinea la Procura, «non ci sono dati sulle condizioni di salute dei randagi al momento dell’accesso». Infine sono stati accertati diversi abusi edilizi sui manufatti dove è stato realizzato il canile, per cui è stato chiesto successivamente il condono edilizio. «Ma – si legge nella richiesta di archiviazione – al momento del deposito dell’informativa (dell’ispettrice Muliere ndr) era già ampiamente maturato il termine di prescrizione».

«Le motivazioni della richiesta di archiviazione sono sconvolgenti – commenta Irene Rizza, legale dell’associazione L’altra zampa – l’ispezione della task force del ministero viene ridotta a un sopralluogo i cui esiti non vengono tenuti in considerazione ai fini della decisione. Ci opporremo a questa richiesta in tutte le sedi».  

Salvo Catalano

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