Canili, L’altra zampa e M5s contro l’archiviazione Ministero: «Su pelle dei cani sperpero soldi pubblici»

«Ho fiducia nella magistratura e credo che la Procura di Catania andrà a fondo in questa vicenda». Collegata in videochiamata da Roma, la dirigente della Task force sulla tutela degli animali del ministero degli Interni, Rosalba Matassa, manifesta ottimismo rispetto all’indagine sui canili Nova entra di Catania e di AdranoIn realtà i pubblici ministeri hanno richiesto l’archiviazione del caso. A cui si è opposta L’Altra zampa che ha presentato un dettagliato documento. Oggi l’associazione animalista ha tenuto una conferenza stampa insieme al Movimento cinque stelle per ribadire il proprio no alla chiusura del caso. Ospite d’eccezione via Skype è stata proprio Matassa, che nell’aprile del 2014 ha guidato un’ispezione nel canile convenzionato con il Comune di Catania e gestito da Nova Entra a San Giovanni Galermo, denunciando molte irregolarità. «Gli animali – ha aggiunto la dirigente del Ministero – sono un pretesto, sulla loro pelle vengono spesi soldi pubblici in maniera non corretta».

Falso, truffa, abuso d’ufficio, maltrattamento e abbandono d’animali. Sono i reati per cui Mario Bongiorno, numero uno delll’associzione Nova Entra, e altre 17 persone, tra cui funzionari del Comune di Catania e dell’Asp etnea, sono stati indagati dalla Procura etnea. L’indagine era partita da un’informativa del commissariato di Nesima, in particolare della dirigente Adriana Muliere. Lo scorso 10 dicembre la Procura ha chiesto l’archiviazione, pur riscontrando illecito smaltimento di rifiuti sanitari e fanghi e diversi abusi edilizi ormai andati in prescrizione.

L’Altra zampa, nella sua opposizione, chiede invece l’imputazione coatta degli indagati e denuncia alcune presunte lacune nella fase di indagini, basate sulla relazione del perito della Procura, l’ingegnere Di Pisa. «Un ingegnere – sottolineano gli animalisti – non è persona che possiede la competenza professionale necessaria a valutare lo stato generale di salute degli animali, per questo occorrono medici veterinari e comportamentalisti».

«Questo – precisa Linda Strazzeri, presidente de L’altra zampa – è un problema che coinvolge Comuni e Asp e non riguarda solo Catania ma tutto il Sud, dove non esistono piani di sterilizzazioni, né strutture pubbliche, in Sicilia sono appena due o tre». «La nostra denuncia – aggiunge la legale dell’associazione, Tania Cipolla – è sovrapponibile a quelle della task force e del commissariato di Nesima, ma non sono state prese in considerazione».

Guarda a più ampio raggio la deputata regionale del Movimento cinque stelle, Angela Foti, presente insieme ai deputati nazionali del suo stesso partito Giulia Grillo e Paolo Bernini. «E’ chiaro – spiega Foti – che la normativa nazionale e quella regionale hanno mostrato molte criticità. Contengono tanti buoni propositi, ma la realtà è poi un’altra cosa. Ci rendiamo conto che serve un’intervento normativo che garantisca la sicurezza dei cittadini e e il rispetto per il benessere degli animali. Tanti colleghi deputati mi dicono che ci sono problemi più gravi da affrontare, non sono d’accordo: non perché gli animali non parlano non meritano le giuste attenzioni. E’ una questione di sostenibilità ambientale ed economica».

Le strade per cambiare la normativa sono due, secondo Foti. «O modificare la legge esistente o presentare un nuovo disegno di legge, le stiamo tentando entrambe, ma – conclude la deputata dei Cinque stelle – è molto complicato perché l’Assemblea regionale è praticamente paralizzata, manca la politica». 

Salvo Catalano

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