Costume e società

C’è un paese in Sicilia dove i giovani vanno a Scuola di antichi mestieri: «Recuperare le tradizioni»

Recuperare le tradizioni e fare in modo che non venga cancellato il volto più antico e autentico della Sicilia. Questo è l’obiettivo che si vuole perseguire attraverso la Scuola di antichi mestieri e tradizioni popolari di Canicattini Bagni (in provincia di Siracusa), gestita dal Sistema rete museale Iblei. Una realtà che ha già pronti dei corsi di tessitura su telaio a quattro licci, pizzo tombolo, ricami da sfilatura e cucina iblea. «Tutto è partito molti anni fa da una pubblicazione sulle tradizioni, detta A’ truvatura. Un progetto che è stato reso possibile da un bando della Regione a cui abbiamo partecipato», racconta l’etnoantropologo e guida naturalistica Paolino Uccello che è il presidente del museo che organizza i corsi (nella sede di via XX Settembre, 132).

Proprio attraverso il supporto economico della Regione, sono stati finanziati gli acquisti di strumentazioni tecniche come macchine da cucito e telai antichi. Indispensabili per le iniziative comunitarie, tra cui l’ultimo corso di cucito che ha visto la partecipazione anche di persone disabili e migranti. L’iniziativa che, come anticipato, si pone lo scopo di recuperare l’antico artigianato, ha ricevuto già grandi apprezzamenti da parte della popolazione, e anche dai più giovani. «Le chiamate – prosegue Uccello – sono state molte e l’interesse è stato riscontrato un po’ per tutte le sezioni promosse». I corsi ospiteranno fino a un massino di otto o dieci persone.

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«L’idea è anche quella di coinvolgere i giovani – evidenzia il presidente – che spesso tendono a distaccarsi proprio dalle tradizioni. Qualche ragazzo si è fatto sentire ma speriamo di abbassare la media. Dobbiamo cercare di coinvolgere questi ragazzi il più possibile». Categoria che, invece, ha mostrato uno spiccato interesse verso il corso di guida naturalistica ed etnoantropologica che si è tenuto lo scorso anno. I ragazzi sono al centro dell’attenzione della rete museale e, in occasione della festa dei morti di giorno 1 novembre, si è pensato di fare un laboratorio di cucina, all’interno del museo Tempo di Canicattini, dedito alla preparazione dei dolci tipici: le cosiddette ossa dei morti. «Ci concentreremo sul concetto di antropofagia alimentare: mangiando i biscotti (o le cosiddette ossa) assumiamo la loro forza e la loro identità perché essa non muore mai», conclude Uccello.

Chiara Gangemi

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