Candidature pulite, Musumeci incalza la sua coalizione Falcone conferma Pellegrino, Gibiino chiede confronto

«Sono il primo presidente della Regione a chiedere e pretendere liste pulite: non ho nessun’arma, la legge non mi conferisce alcun potere sanzionatorio, ma c’è una sanzione morale e quella la porranno gli elettori. Perché se i partiti non presentano liste pulite, sono cavoli per i partitianche se sostengono Nello Musumeci». Saranno fischiate le orecchie a più di un candidato nella coalizione di centrodestra quando l’aspirante governatore, stamattina, ha lanciato questo messaggio ai microfoni di Radio Italia 60. Un discorso iniziato rispondendo alla sfida di Giancarlo Cancelleri e al suo invito di confrontarsi sulle liste pulite e sul programma, e chiuso con parole rivolte alla sua stessa coalizione. 

Mancano pochi giorni alla consegna ufficiale delle liste e i giochi sembrano fatti, eppure l’estremo tentativo di Musumeci di mettere in guardia anche chi lo sosterrà, sembra riflettere qualche preoccupazione. A rilanciare la necessità di un incontro chiarificatore è il senatore di Forza Italia, Vincenzo Gibiino. «Stanno accadendo delle cose – spiega a MeridioNews – quelli di Musumeci sono messaggi importanti che non possono essere interpretati attraverso i media. Serve un confronto con i partner che lo sostengono, un momento di approfondimento in seno alla coalizione di centrodestra». Un messaggio che sembrerebbe dare ulteriore forza all’istanza di Musumeci. «Io lo incontrerò a breve – continua – mi muovo personalmente, spero che lo facciano anche altri, visto che il mio partito per ora rimane in silenzio».

Musumeci ha dichiarato di voler applicare alle proprie liste il codice redatto dalla commissione antimafia nazionale sulle candidature (fuori chi ha procedimenti giudiziari aperti per una serie di reati, dalla mafia al riciclaggio). Questo non risolve però alcuni nodi. Come quello di Riccardo Pellegrino, il consigliere comunale di Catania che tenta il grande salto alle Regionali nelle file di Forza Italia. Il politico 33enne ha alle spalle un’indagine archiviata per voto di scambio politico mafioso e il suo nome è finito nei mesi scorsi sul tavolo della commissione regionale antimafia, presieduta proprio da Musumeci. Il fratello del consigliere, Gaetano Pellegrino, è stato arrestato nell’operazione antimafia Ippocampo, ed è accusato di essere un affiliato del clan Mazzei.

«Pellegrino farà parte della nostra lista a Catania – conferma Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars -. Non ha procedimenti penali a carico e quello nei confronti del fratello è ancora in corso. Quindi rientra nelle regole del codice etico. Ciascuno di noi, poi, per ragioni di opportunità può decidere se fare un passo di lato, ma la lista, per quello che mi risulta, è già chiusa ed è molto forte». Nessuna necessità quindi di incontrarsi con Musumeci per tornare a parlare di candidature? «Fare un ultimo monitoraggio è sempre giusto, in ogni caso – conclude – Musumeci ha una sua storia personale e si dimostra autonomo dai lacci dei partiti».

Nelle dichiarazioni della mattina, il candidato del centrodestra ha ribadito di non aver «mai fatto alleanze con Cuffaro e Lombardo. So che ci sono persone che mi sopportano, del resto la malapolitica – ha detto – si annida anche nel centrodestra, non siamo mica una terra di santi in questa coalizione. Il problema è se il caposquadra è un uomo libero o un fantoccio nelle mani dei pupari. E tutti sanno che io sono libero. Cuffaro – continua – nel 2006, già rinviato a giudizio, si presentò agli elettori ottenendo un milione e mezzo di voti. Questa è una terra che soffre di Alzheimer politico, che dimentica facilmente».

In serata l’ex governatore, che ha scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento a Cosa Nostra, ha voluto replicare: «Non ho molta voglia di rispondere a Musumeci che è il candidato presidente del “destracentro”, coalizione a dizione invertita (centrodestra) che mi ha eletto per due volte presidente della Regione e con molte migliaia di voti in più di quelli con cui sarà eletto Musumeci – e questa è una mia previsione -, ma ho pensato che il silenzio possa essere frainteso. Ebbene, non capisco come possa, Musumeci, dichiarare le cose che ha detto senza rendersi conto che nelle sue liste e intorno a lui ci sono tutti quelli che stavano con me e con Lombardo e non in posti secondari e, tra l’altro, non capisco come tutti questi – e sono tantissimi- non sentano il bisogno di non farsi insultare da lui».  

Salvo Catalano

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