Canalicchio, tra scippi tentati e colpi andati a segno «Stesso giovane, stesso metodo, ma nessuno fa niente»

«Prima questa era una zona tranquilla, ora non si può vivere più». A parlare è la signora Mariella D. P., 70enne, per anni residente a Canalicchio, Comune di Tremestieri etneo. Adesso che vive a San Gregorio, rimane una frequentatrice della zona, dove ha insegnato per anni. Ed è lì che mercoledì mattina si trova per sbrigare alcune commissioni, quando viene derubata da un giovane in scooter bianco. Un’esperienza mancata per poco anche da altre due residenti della zona, sempre con lo stesso copione: un giovane in motorino, che attira l’attenzione delle signore in auto con una scusa e, parlando a bassa voce, prova a convincerle a scendere dalla macchina o almeno ad abbassare il finestrino. Una situazione denunciata sia ai vigili urbani di Tremestieri che ai carabinieri di San Gregorio e già nota alle stesse forze dell’ordine, ma ancora irrisolta. Come dimostrano le storie di Mariella, Pina S. e Lia S.: amiche, ex colleghe, che un pomeriggio si ritrovano a raccontare ciascuna la propria esperienza, per poi capire che si tratta della stessa persona.

La prima in ordine di tempo a incontrare il giovane è la signora Lia S.. «Martedì, intorno alle 11, esco di casa per andare a buttare la spazzatura. Prendo la macchina, metto la sicura come sempre, e vado in via Carnazza, dove c’è un grande parcheggio con i cassonetti», racconta la cittadina. Una volta sul posto, all’auto della signora Lia si affianca uno scooter bianco con a bordo un giovane. «Mi bussa sul finestrino dal lato del passeggero, io gli faccio un ceno come a dire “Che vuole?” e lui inizia a parlare in dialetto, a bassa voce – continua la signora Lia – “Signora, c’avi cosi nderra“, mi diceva.  “Ma, chi fa, non mi senti?“, insisteva. Io ho capito che c’era qualcosa di losco, ho inserito la prima e me ne sono andata». All’uscita del parcheggio, la signora Lia incontra un’amica, che rivede poco dopo in banca. «Mi ha chiesto cosa volesse da me quel giovane e mi ha raccontato che dopo si è avvicinato anche a lei». Ma per le due donne la questione si chiude lì.

L’indomani, mercoledì, intorno alle 11.30, la signora Pina S. si trova in via Nuovaluce, davanti al civico 69. «Dopo il cancello c’è un grande complesso, con tanto di portiere – racconta – Nel condominio, c’è anche una casa di risposo e io stavo andando a trovare mia madre. Inserisco la freccia per entrare, quando un giovane con uno scooter bianco mi supera sulla destra ed entra. Poi torna indietro e si piazza al centro del cancello. Io gli faccio segno di spostarsi ma lui, di rimando, mi dice di passare più in là, che c’erano dei chiodini a terra. Io per fortuna sono rimasta ferma in macchina, con la sicura inserita e dopo qualche minuto lui è andato via». Una dinamica simile a quella accaduta alla signora Mariella lo stesso giorno, poco prima, mentre girava in macchina per le traverse di via Carnazza alla ricerca di un parcheggio. 

«A un certo punto mi trovo davanti questo ragazzo in motorino che mi fa cenno di rallentare e mi indica un tombino. Parlava sottovoce e non capivo, ma ho superato il tombino con cautela e sono andata via», racconta la cittadina. Appena il tempo di fare il giro e la signora Mariella trova parcheggio proprio davanti allo studio del medico da cui doveva ritirare alcune ricette. All’uscita si avvia alla sua auto, apre la portiera, entra, posa la borsa sul sedile del passeggero, ma non fa in tempo a girarsi e a chiudere lo sportello del conducente «che lui apre quello del passeggero, prende la borsa e scappa via, sfrecciando col motorino sul marciapiede – continua la donna – Quando mi sono avvicinata alla macchina non l’ho visto, mi avrà seguito e si sarà appostato. Quando ho capito cos’era successo, ho gridato, ma nemmeno chi era lì davanti si è accorto di nulla».

Nella borsa, la signora Mariella aveva soldi, chiavi, documenti, «un cellulare costoso che i miei figli mi avevano appena regalato con tanti sacrifici e un bracciale d’oro che volevo portare dall’orafo perché si era rotta la chiusura», elenca amareggiata. Per non dire del corollario di denunce e la chiamata al fabbro per cambiare la serratura di casa. Ma è proprio dalle denunce che arriva la sorpresa più spiacevole della storia. «Io ho raccontato tutto ai vigili di Tremestieri e mi hanno detto che erano già stati allertati e che stavano cercando questo giovane», racconta la signora Pina. La stessa risposta ricevuta dalla signora Mariella dai carabinieri di San Gregorio. «Ma io mi chiedo, se sanno cosa sta succedendo, perché il Comune e i vigili non si attivano per controllare la zona? La loro presenza servirebbe anche solo come deterrente, ma così noi abbiamo paura».

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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