Canale di gronda, 50 milioni stanziati ma lavori fermi  «Sotto rischio idrogeologico quasi 315mila catanesi»

Sono quasi
50 milioni di euro i soldi che il governo nazionale ha messo nelle tasche del Comune di Catania per completare il collettore pluviale b, meglio noto come il canale di gronda Ovest. Un’opera iniziata negli anni ’90 da una ditta poi fallita, coi lavori rimasti a metà. La loro ultimazione è stata inserita da Palazzo Chigi nel programma #Italiasicura, dove figurano interventi rivolti a prevenire il dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane. Terminologia tecnica che si declina negli allagamenti urbani, puntuali a ogni pioggia. Situazione di cui Catania è vittima anche perché una delle aree più a rischio del territorio nazionale. Ed è proprio il collettore l’infrastruttura che eviterebbe inondazioni non solo nell’area occidentale del capoluogo ma pure in Comuni limitrofi come Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. Ma per risolvere del tutto i disagi bisognerà ancora attendere. A spiegare a MeridioNews tempi e finalità di una delle grandi incompiute etnee è l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco

Il progetto «è
esecutivo ma i tempi dipendono dall’iter della gara d’appalto. Comunque, bisognerà completare tutto entro tre anni dall’avvio dei lavori e allo stato attuale stiamo procedendo all’incarico di valutazione d’impatto ambientale», dice l’amministratore già presidente dell’Ordine degli ingegneri di Catania. Che non sa però quando l’opera potrà partire. Tassello mancante per fornire una stima sulla consegna del collettore pluviale b ai cittadini. L’opera – che costituisce l’ossatura della rete fognaria – ha diverse funzioni poiché in essa convogliano non solo le acque pluviali tramite le caditoie (tombini) ma anche quelle provenienti dalle fogne principali. 

E proprio al completamento del collettore b dovrebbe seguire un altro, cioè quello dell’impianto di depurazione. Nello specifico, la rete urbana funziona così: i reflui vengono convogliati prima nei collettori, poi in canali intermedi definiti «emissari» e, infine, nell’impianto di depurazione di Pantano d’Arci. Che per funzionare del tutto ha bisogno che il canale di gronda Ovest, sul torrente Buttaceto, lavori a pieno regime. «Purtroppo l’attuale struttura del collettore pluviale b non serve a nulla. Ma grazie ai lavori a valle – spiega Bosco – saranno serviti i quartieri da San Giovanni Galermo alla Circonvallazione e pure le frazioni di Lineri e Poggio Lupo, la zona commerciale di Misterbianco e i Comuni di San Pietro Clarenza e Mascalucia», dichiara l’assessore. 

Un percorso già tracciato ma che aspetta di essere definito. «L’opera si estende per oltre duemila e 500 ettari e interessa 115mila persone esposte direttamente al rischio del dissesto idrogeologico, oltre che 200mila persone che potrebbero pagarne le conseguenze indirettamente». Le prime, cioè, vivono su luoghi ad alto rischio; mentre le seconde sarebbero coinvolte da eventuali strascichi. «Numeri importanti ai quali si aggiunge – continua l’amministratore – il pericolo di perdita dell’abitazione per circa 21mila cittadini». È evidente che «l’incidenza positiva dell’opera sarà oltremodo alta». 

Valutazioni condivise anche da Roma che un anno fa destina al completamento del canale di gronda Ovest la somma più grossa dell’investimento per l’Isola, sebbene il cantiere non sia stato inserito nella lista dei primi 33 di #Italiasicura. A gestire le somme, avviando un appalto, sarà direttamente il Comune perché la competenza in materia è proprio dell’ente. Nessuno quindi il ruolo che spetta alla società partecipata Sidra Spa, la quale avrà maggiore peso nel momento in cui il capoluogo avvierà insieme ai Comuni limitrofi il completamento dell’impianto di depurazione. Argomento anch’esso delicato poiché attualmente le zone allacciate alla rete esistente non sono tutte. «Alla rete nera sono collegate parte del centro storico, il quartiere di Santa Maria Goretti e Librino. Alla rete pluviale, invece, buona parte del Nord di Catania, parte del centro storico e la zona a Sud dei torrenti», conclude Bosco. 

Cassandra Di Giacomo

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