Campus universitario, le ragioni del no Experia: «Unict ha distrutto l’Antico Corso»

Leggiamo con stupore e rabbia le dichiarazioni che il candidato sindaco Enzo Bianco ha rilasciato alla testata CTzen riguardo la riqualificazione del quartiere Antico Corso.
Stupore perché ancora una volta provano a rifilarci la favoletta della riqualificazione del quartiere legata all’università; stavolta hanno addirittura rispolverato il progetto che prevede la dismissione dell’ospedale Vittorio Emanuele per far posto a un enorme campus universitario completo di, citiamo dall’intervista, «aule studio, biblioteca, mensa, punti di aggregazione come palestra e bar ristorante. Il tutto da realizzare in project financing con la collaborazione dei privati». (Ricordatevi di questa espressione inglese, apparentemente innocua: nasconde invece la svendita di beni pubblici per favorire la speculazione dei soliti sciacalli).

L’ingegnere Alfio Monastra, già membro di una commissione di studio sul quartiere negli anni ’80, si spinge più in là e parla di chiusura anche per l’ospedale Santo Bambino: una struttura dotata di pronto soccorso ostetrico che serve tutta l’area della I municipalità e un reparto di ginecologia fondamentale in un’area in cui il numero di gravidanze tra le minorenni è ancora drammaticamente alto. Non solo, Monastra lo definisce, testuali parole, “un tumore all’interno del quartiere”, un edificio da abbattere e sostituire con case terrane, che rispetterebbero “la tipologia urbanistica tradizionale del quartiere”. Dentro queste case però bisogna metterci gli studenti, naturalmente, in modo da “migliorare la qualità delle frequentazioni” del quartiere.

In pratica, grazie all’ingegnere Monastra, scopriamo che: l’armonia architettonica del quartiere è più importante dei servizi di un presidio ospedaliero specializzato che da decenni si prende cura di mamme e bambini di una vasta area della città. Secondo questa teoria, bisognerebbe dunque abbattere il liceo Spedalieri,ospedale Santa Marta, nonché la struttura in ferro di via Biblioteca, che svetta brutta e abbandonata e sulla cui utilità e scopo ancora la gente si interroga. Anche gli abitanti storici di quel quartiere sono antiestetici, perché brutti, sporchi, cattivi e, come se non bastasse, anche abbastanza poveri. Quindi che se ne vadano lontano, a Librino e a San Giorgio, dove l’ingegnere Monastra non li possa vedere e lascino il posto a studenti di buona famiglia, professori universitari e professionisti di bell’aspetto.

Il vero “tumore” del quartiere Antico Corso è semmai l’Università di Catania: dopo anni di permanenza, è rimasta un corpo estraneo, ha decretato l’espulsione di migliaia di abitanti storici, ha fatto impennare il prezzo degli affitti e del costo della vita in modo esponenziale, ha congestionato l’area, riversando sulle viuzze un flusso automobilistico insopportabile per una zona che non è neanche servita dai mezzi pubblici e non gode di ampi parcheggi, senza offrire alcuna contropartita in cambio.

Ebbene, anche noi abbiamo un sogno da coronare: debellare il cancro degli speculatori, degli affaristi e dei politici loro complici in questa città. Perché il candidato sindaco Bianco e l’entusiasta Monastra non parlano chiaramente? Perché non dicono senza troppi giri di parole che si vogliono espellere gli abitanti storici per permettere ai soliti noti, i potenti Virlinzi, Ciancio, Lo Bello, Vecchio ecc., di arricchirsi ancora un po’ con il metodo del project financing e di essere i primi a tuffarsi sull’affare dei servizi universitari privatizzati?

Se ancora vi stavate chiedendo perché il CPO Experia sia stato sgomberato con tanta decisione e una spesa di 70.000 euro di soldi pubblici; se ancora non riuscivate a spiegarvi perché in un quartiere con una dispersione scolastica altissima si tenti da anni di smantellare l’unica scuola presente, la Manzoni: bene, avete avuto le vostre risposte. Centri di aggregazione, scuole e servizi sociali sono solo un ostacolo per il grande progetto dell’UniDisneyland catanese, e devono essere spazzati via in fretta e furia. Sarà un peccato per i distinti signori intervistati scoprire che noi abbiamo altri progetti per l’Antico Corso e che gli impediremo insieme alle forze sane e oneste di questa città, di realizzare un altro scempio come quello dell’Experia (come mai non vanno a vedere come è brutto e sporco e pieno di siringhe adesso il loro progetto di legalità?) e di mettere in atto i loro marci piani, come del resto facciamo da decenni insieme agli abitanti dell’Antico Corso.

Un quartiere che ha invece bisogno di strutture sportive gratuite, di spazi all’aperto per grandi e piccoli, di una battaglia durissima contro la dispersione scolastica, invertendo la tendenza che vede la chiusura imminente della scuola media Manzoni, della creazione di asili e scuole a tempo pieno; un quartiere il cui patrimonio artistico e culturale deve essere rivalutato con la costituzione di un parco archeologico, affidato a cooperative di disoccupati che si occupino della fruizione e della vigilanza degli stessi. L’Antico Corso deve essere arricchito da spazi di vera aggregazione sociale e culturale e il degrado provocato con la chiusura del CPO immediatamente sanato con la sua riapertura ai cittadini.

Le passerelle elettorali ci fanno schifo e non abbiamo intenzione di delegare i nostri progetti al politico di turno mai visto prima, che li appoggia per qualche settimana per poi scordarsene quando ha ottenuto la fiducia e il voto della gente, così come ha deciso di fare il comitato Antico Corso, creato anni fa dagli abitanti del quartiere e dai militanti del Centro Popolare Experia e oggi convertitosi nel megafono locale dell’onorevole Berretta.

Infine, invitiamo coloro i quali, nell’imminenza delle elezioni del nuovo sindaco, pensano in buona fede di destinare il proprio voto a personaggi come quelli citati in questo intervento, a riflettere su quanto essi e i loro piani per la città siano “di sinistra” o, piuttosto, molto “sinistri”.

Il Collettivo Politico Experia

[Foto di Tchacky]

Redazione

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