Camporotondo, tre mezzi incendiati dentro una cava Carabinieri seguono pista dolosa collegata al racket

È di matrice dolosa il rogo che ieri sera, poco prima della mezzanotte, ha distrutto un escavatore, una motopala e un camion cisterna. Si trovavano tutti all’interno di una cava per l’estrazione e la lavorazione della pietra lavica, alla quale si accede dalla strada provinciale 56, che da Belpasso porta a Camporotondo

Le alte fiamme sarebbero state intraviste, con ogni probabilità, da un automobilista in transito lungo la strada, che ha allertato la centrale operativa dei vigili del fuoco di Catania. Sul posto si sono diretti i pompieri del 115 di Paternò. Giunti sul luogo dell’incendio hanno impiegato quasi due ore prima di estinguerlo. Dal sopralluogo effettuato non è stato rinvenuto alcun contenitore con dentro liquido infiammabile che potesse fare pensare immediatamente alla mano dolosa. Però a confermare l’ipotesi del danneggiamento premeditato resta il fatto che i tre mezzi bruciati si trovassero distanti tra loro diverse centinaia di metri.

Considerato il sospetto sono stati allertati i carabinieri di Gravina di Catania, che hanno subito avviato le indagini per fare chiarezza sull’accaduto. Ma scoprire la dinamica e le responsabilità dell’episodio non sarà facile. La cava, che appartiene a un’azienda di Giarre, si trova in una zona isolata e attorno ad essa non ci sono abitazioni. Inoltre né all’esterno né all’interno si troverebbero sistemi di video sorveglianza. I carabinieri stanno lavorando a 360 grandi non escludendo alcuna ipotesi, anche se quella del racket resta quella privilegiata. Sul fatto i militari dell’arma mantengono il massimo riserbo. Ancora da quantificare i danni, che potrebbero aggirarsi in circa 100 mila euro.

Salvatore Caruso

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