Campo san Teodoro, Bianco e la promessa del prato Briganti rugby: «Completare la struttura è un dovere»

«Parteciperemo a una gara indetta dalla presidenza del consiglio dei ministri per azioni di riqualificazione delle periferie e sono convinto che entro settembre potranno iniziare i lavori». Era l’11 giugno 2016 e a parlare era il sindaco di Catania Enzo Bianco che, assieme a diversi assessori e all’ex procuratore capo etneo Giovanni Salvi, prendeva parte a un’iniziativa all’interno del campo San Teodoro liberato. Mentre sul terreno di gioco i giovani rugbysti librinesi si lanciavano la palla ovale, sugli spalti il primo cittadino prometteva una futura partecipazione dell’amministrazione alle spese per il rifacimento del prato. In realtà, però, la promessa futura di Bianco è parzialmente una promessa già passata: perché la proposta di inserire il campo san Teodoro tra gli interventi da realizzare con i fondi del bando per le periferie è del 2015. 

«In effetti, quel bando è scaduto lo scorso 30 novembre ed era destinato alle aree di disagio sociale, culturale e infrastrutturale», spiega l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo. Il progetto si chiama Librino città nella città e, dice Di Salvo, «mette al primo posto la riqualificazione della struttura del San Teodoro». Non solo il prato, «ma prevede anche la ristrutturazione dell’edificio e la sorveglianza». In totale, tutti i progetti previsti nel quartiere popolare alla periferia Sud di Catania dovrebbero avere un valore complessivo di sei milioni di euro da spalmare in tre anni. Soldi per i quali, però, la graduatoria ministeriale non è ancora stata compilata. E che quindi non sono ancora stati assegnati al Comune catanese. «C’è una commissione nazionale che sta valutando i progetti di tutt’Italia – continua Di Salvo – Ritengo che per il tipo di intervento previsto e per le attività pensate su Librino non dovremmo avere problemi a ottenere il finanziamento. Settembre potrebbe essere un tempo congruo».

Il condizionale è d’obbligo, nonostante «l’amministrazione stia facendo pressioni perché la tranche si sblocchi in fretta», garantisce Paolo Patanèneo-nominato consulente del sindaco. «L’intera area di Librino beneficerà anche di finanziamenti provenienti dal Pon metro», cioè il programma operativo nazionale destinato alla distribuzione dei fondi europei alle città metropolitane. «Questa amministrazione ha tutto l’interesse a cominciare a lavorare – dice Patanè – Su Librino le idee sono tante, il rifacimento del prato del campo San Teodoro è certamente lo step più immediato». Peccato che chi gestisce il campo, l’associazione sportiva Briganti rugby, di questi e di altri finanziamenti futuribili non sia stata informata. «Una delle cose che non funzionano è che di queste vicende noi sappiamo abbastanza poco», dice l’allenatore Piero Mancuso.

Da quando il campo di Librino è stato dato in gestione – dopo una lunga occupazione e riqualificazione – ai Briganti rugby di Librino uno degli obiettivi principali della squadra è stata la possibilità di sostituire alla terra nuda un prato vero e proprio. Un proposito costoso, per il quale è stata lanciata una campagna di raccolta fondi online ed è stata cercata la collaborazione di associazioni e istituzioni, tra le quali l’università di Catania. «A giugno è venuto qui il sindaco, con il procuratore capo e il suo predecessore, e hanno annunciato che con un bando per le periferie, che scade a luglio, avrebbero proposto una riqualificazione del San Teodoro – continua Mancuso – Dopo l’annuncio nessuno ci ha più contattati». Le dichiarazioni del primo cittadino, però, hanno fatto presto il giro della città: «Eravamo nel bel mezzo del crowdfunding, alcuni nostri sostenitori ci hanno chiesto per quale motivo volessimo il supporto dei cittadini se già il Comune ci aveva messo i soldi – prosegue l’attivista – Da una parte si sono create delle aspettative, ma dall’altra anche grandi imbarazzi».

Una questione rimasta ambigua. E mai chiarita, soprattutto per le incertezze legate ai finanziamenti statali. «Sembrava che fosse una cosa già cantierata – aggiunge Piero Mancuso – Noi non siamo stati coinvolti nella fase progettuale. Lavoriamo al San Teodoro tutti i giorni, sappiamo perfettamente quali sono le priorità nel lungo elenco di interventi da realizzare». Cosa che invece l’amministrazione «per forza di cose non può conoscere». «Quando una cosa funziona è ovvio che i più tentino di intestarsela», replica Mancuso alle obiezioni sulla presunta attenzione della giunta comunale nei confronti dei Briganti rugby. «Un punto, però, è da chiarire: che l’amministrazione voglia completare il campo non è un motivo di vanto: è un loro dovere, è il loro mandato. Il Comune può rivendicare tutti gli interventi che vuole – conclude il rubgysta – Ma poi li deve fare. Invece, come al solito, dopo gli annunci arriva la confusione. E questo è un modo di fare che non ci appartiene».

Luisa Santangelo

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