Caltanissetta, pazienti su brandine al pronto soccorso Chiesto aiuto alla Croce Rossa, attese fino a venti ore

Per la direzione dell’Asp 2 di Caltanissetta non si è trattato di una vera emergenza, ma solo di un temporaneo sovraffollamento in linea con l’aumento stagionale, adesso già superato. Rimane il fatto che tra domenica e lunedì per ovviare alla carenza di posti al pronto soccorso nell’ospedale Sant’Elia, l’azienda sanitaria ha chiesto il supporto della Croce Rossa Italiana che ha inviato nel giro di venti minuti 15 brandine per sistemare altrettante persone.

Decine di pazienti, a loro volta accompagnati da familiari, hanno affollato per ore il pronto soccorso del nosocomio nisseno e alcune ambulanze hanno dovuto attendere nel piazzale, prima di poter accedere all’area di emergenza urgenza per sbarellare i pazienti. L’intervento della Croce Rossa è stato richiesto proprio per risolvere quello che l’azienda sanitaria definisce «il problema più importante», ovvero rimettere in strada le ambulanze per le emergenze.  «Le 15 brandine da noi fornite sono state utilizzate praticamente tutte per pazienti in codice verde», ammette Nicolò Piave, responsabile della Croce Rossa della provincia di Caltanissetta. Segno che molti degli accessi al pronto soccorso sono impropri.

Ma uno dei nodi è rappresentato anche dai tempi lunghi per gli accertamenti, necessari ai medici per stabilire quali cure avviare e in quali reparti indirizzare i pazienti. I tempi di attesa, in questo caso, vanno dalle 6 alle 20 ore. E la mancanza di posti letto nei reparti rappresenta un imbuto. «I posti letto sono un problema che riguarda le aree di emergenza. Anzi da questo punto di vista qui a Caltanissetta è meno sentito», spiega il primario del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia, Aulo Di Grande, sottolineando che ci sono 14 medici in organico oltre il primario e, in aggiunta, i sanitari che operano nell’ambulatorio dei codici bianchi dalle 8 alle 20.

A fronte di 34mila accessi l’anno, il 25 per cento sono codici bianchi, il 60 per cento codici verdi e la restante parte si suddivide tra codici gialli e rossi, i più gravi. Su 110 accessi al pronto soccorso nelle 24 ore in cui si è verificata l’emergenza dei posti letto, ben 84 sono stati visitati come codici verdi o bianchi, come spiega il direttore generale dell’Asp 2 Carmelo Iacono. «In 24 ore di assistenza al pronto soccorso, i codici bianchi e i codici verdi che potrebbero essere assistiti dai medici di medicina generale, rappresentavano 84 visite su 110. Il grande afflusso è spesso associato a una richiesta non appropriata di prestazioni al pronto soccorso. È un dato che salta agli occhi, è assurdo che si intasi il pronto soccorso, bloccando l’assistenza per i casi più importanti, per situazioni risolvibili con i presidi sul territorio».

C’è un altro dato che viene offerto dal direttore generale. «Spesso è un problema culturale – afferma Iacono – perché le persone che hanno bisogno di un approfondimento si recano al pronto soccorso, innescando una risposta di medicina difensiva, ovvero l’esecuzione da parte del medico di esami, consulenze e accertamenti, che inceppano una macchina che non è stata costruita per questo». Che il pronto soccorso vada adeguato alle mutate esigenze (ormai accoglie molti pazienti anche della provincia di Agrigento) ne è consapevole la stessa Azienda sanitaria provinciale, che ha dato il via libera a un progetto di ampliamento negli adiacenti locali della nuova ala dell’ospedale per un ammontare di 700mila euro.  

Alberto Sardo

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