Lotta ai vitalizi, attacchi bipartisan e stoccata alla casta. Anche quella della sanità. Luigi Di Maio torna a indossare i panni da leader di un partito che ha nella piazza l’unico alleato. Da Caltanissetta, dove i cinquestelle puntano all’elezione a sindaco di Roberto Gambino, il vicepremier non lesina attacchi agli avversari politici e sfodera i cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle. «Quando un governo regionale come questo arriva a non recepire la legge anticorruzione o a perdere 70 milioni per non tagliare i vitalizi allora penso si sia superato qualsiasi limite – dice dal palco -. Questi non sono di centrodestra, questi pensano solo ai cazzi loro. Evitate di eleggere questa destra, gente che ha venduto qualsiasi ideale per la poltrona in cui sono seduti».
Di Maio poi mira al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, da sempre contrario ai tagli. «C’è un unico regista dietro questo centrodestra in Sicilia ed è lui – continua il capo dei pentastellati -. Dice che se tagliamo i vitalizi poi non ha i soldi per vivere. Io voglio dire una cosa a Miccichè: se vai alle poste puoi domandare il reddito di cittadinanza, ma non far perdere alla regione 70 milioni di euro». Il ministro dello Sviluppo economico cita poi il presidente della Regione: «Ho sempre detto che dietro Musumeci c’è Miccichè. Questi hanno riportato la Sicilia indietro nel tempo».
Parole anche per i coinquilini di governo, da qualche giorno al centro delle attenzioni per il caso Siri, il sottosegretario indagato nell’inchiesta su Vito Nicastri, imprenditore considerato vicino a Cosa nostra. «Da noi si sbaglia, si può sbagliare anche nel M5s, ma quando qualcuno sbaglia da noi lo mettiamo subito alla porta – sottolinea -. In dieci anni abbiamo avuto un caso di corruzione e lo abbiamo subito allontanato e io pretendo la stessa cosa dalle altre forze politiche, specialmente se stanno al governo con noi. Se c’è una persona indagata per fatti che sfiorano la mafia e la corruzione allora va in panchina, perché con mafia e corruzione non si scherza».
Passaggio anche sulla sanità, con la promessa di slegarla dal controllo politico. «Io ve lo prometto: entro questa estate faremo una legge che non consentirà più di far nominare i direttori generali delle aziende sanitarie dalla politica. La sanità è diventata un bancomat della politica».
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