I bonus cultura da 500 euro con cui i diciottenni avrebbero dovuto acquistare libri, abbonamenti a cinema, musei, teatri, corsi di lingua o di musica, spesi invece per compare computer, tablet e smartphone. La Guardia di finanza di Caltanissetta ha scoperto una truffa che vede coinvolta una nota società nissena operante nel settore del commercio al dettaglio di apparecchi elettronici, e 700 studenti. Per il commerciante è scattato il sequestro di 300mila euro. Tutti i giovani sono stati identificati e per loro scatta solo una sanzione amministrativa: dovranno cioè restituire la parte di bonus riscosso in maniera illegittima a cui si aggiungerà una sanzione, proporzionata ai soldi spesi illecitamente.
L’attività delle Fiamme Gialle di Caltanissetta è stata avviata nel contesto di una più ampia azione svolta a livello nazionale e coordinata dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressioni Frodi della Guardia di Finanza di Roma. Il bonus cultura, introdotto nel 2015 dal governo Renzi, destina 500 euro a tutti i neo diciottenni all’ultimo anno delle scuole superiori, da spendere in una serie di beni e servizi facilmente riscontrabili sul sito istituzionale del ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’analisi dei documenti ha permesso di accertare che l’imprenditore avrebbe inserito nelle fatture elettroniche trasmesse al ministero una descrizione dei beni venduti che non corrisponde alla realtà. Infatti, nell’esame della contabilità della società, non compaiono gli acquisti merceologici indicati nei voucher.
Il legale rappresentante dell’impresa è stato denunciato, in concorso con la moglie convivente, per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. E su richiesta della Procura, il Gip ha disposto la misura cautelare del sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni in possesso della società e dell’imprenditore, sino al soddisfacimento dell’intero ammontare indebitamente percepito.
I 700 neo diciottenni, utilizzatori del bonus cultura, si sono comunque resi responsabili del medesimo reato, che però è estinguibile, a seguito della depenalizzazione di cui alla L. 689/91, con sanzione amministrativa. «Senza l’esercente che si presta a questo genere di cose – spiega Fabio Stellino, capitano della Finanza di Caltanissetta – la truffa certamente non parte, per questo i vari comandi provinciali stanno effettuando verifiche in tutta la Sicilia per verificare se ci sono commercianti compiacenti».
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