Caltagirone, il Comune dichiara il dissesto «Da Crocetta niente aiuti né proposte»

Maggioranza e opposizione spaccate. I cittadini di Caltagirone in mezzo, ad affollare l’aula consiliare. Protagonista: il dissesto finanziario del Comune calatino, votato ieri contro il parere dell’opposizione, speranzosa di potere intraprendere altre vie. Co-protagonista, anche se non presente in aula, il presidente regionale Rosario Crocetta, sempre al centro di forti polemiche nel Comune calatino. Si è conclusa alle due di notte la seduta del consiglio comunale in cui, con diciassette voti favorevoli e nove contrari, si è chiusa a favore della dichiarazione di dissesto una partita che si gioca da mesi. Più di 40 milioni di euro i debiti dell’amministrazione, che ha scelto la via del default in particolare a causa del disavanzo da 21 milioni di euro del 2011.

Per arrivare alla decisione definitiva ci sono volute ore, dal tardo pomeriggio di ieri a notte inoltrata, trascorse tra l’arrivo di una nota regionale pochi minuti prima dell’inizio della seduta, qualche ritardo tecnico nella distribuzione dei documenti forniti dai revisori dei conti, il consigliere del gruppo misto Luigi Failla che, invitato dal presidente del consiglio a concludere il proprio intervento, abbandona la sala infastidito e le urla della folla, che applaude e mostra striscioni con richieste di dimissioni.

Diverse pause vengono proposte dagli stessi consiglieri. Come Luca De Caro – in maggioranza con la lista Progetto per Caltagirone – che chiede di sospendere la seduta per studiare l’emendamento tecnico non ancora consegnato dai revisori dei conti. O Luigi Failla, che invita invece il sindaco Nicola Bonanno a leggere la nota arrivata dalla Regione. Ma il primo cittadino si oppone, lamentando il mancato rispetto istituzionale con l’arrivo, almeno per le ultime sedute consiliari, delle note regionali solo venti minuti prima dell’inizio del consiglio. «Ho avuto rispetto per la Regione – dice Bonanno – e il mese scorso ho chiesto la sospensione delle procedure di dissesto così come l’ente ci invitava a fare. L’ispezione è arrivata e al termine della stessa è stata confermata la regolarità delle procedure. Pertanto possiamo avviarci alla dichiarazione dello stato di dissesto finanziario. Non possiamo rinviare ancora e creare altri danni alla nostra comunità».

Tanto più che, spiega sempre il sindaco, dalla Regione non è arrivato il contributo richiesto per i pagamenti in scadenza. Né, continua Bonanno, alcuna ipotesi alternativa al dissesto. Così il primo cittadino pone fine alla questione: «Invito il consiglio a votare all’unanimità per il dissesto. C’è un ottimo rapporto con la Regione ma non può esserci un interesse solo di facciata. Abbiamo bisogno di fatti concreti». E’ lo stesso sindaco a procedere alla lettura della nota firmata dall’assessore siciliano agli Enti Locali Patrizia Valenti, dove è specificato che l’amministrazione regionale non si sostituisce alle scelte dell’ente comunale. Al quale spettano le responsabilità.

A difendere il governatore Rosario Crocetta ci pensa il consigliere d’opposizione Fabio Roccuzzo, in quota Centro sinistra per Caltagirone. «Le conseguenze della decisione di stasera sono gravi e drammatiche. Ognuno di noi deve avere decoro nelle parole che pronuncia e negli interventi che fa – afferma – Per mesi è stato in discussione il modo con cui gestire questa drammatica situazione. È stata una questione politica ed è stata gestita in modo politico. In dieci anni con il disavanzo possiamo risanare tutto. Il dissesto è la prima soluzione, la più comoda soprattutto se si viene da vent’anni di amministrazione di altra parte politica. Io mi sarei scommesso nel piano di rientro». Uno scontro politico, secondo il consigliere, tra un’amministrazione di centro destra che avrebbe ereditato una pesante situazione economica dal precedente governo locale di centro sinistra guidato per due volte da Francesco Pignataro.

«Tutti in questa sala parlano del bene di Caltagirone – afferma Marco Failla, consigliere di maggioranza con la lista L’altra cittࠖ e penso che tutti lo vogliamo. Ma, mi e vi chiedo, dove erano quelli che hanno amministrato negli ultimi vent’anni quando bisognava fare il bene di Caltagirone? Quanto alla questione del presidente regionale Rosario Crocetta non sono sicuro che voglia il bene della città considerato che ha revocato milioni di euro che erano destinati a Caltagirone e ha accorpato il nostro istituto d’arte a quello di Militello annullandone l’autonomia organizzativa. Quanto a lei, collega Roccuzzo, io non credo che questa sia una scelta politica ma una questione di numeri. Se non si possono garantire i servizi e ci sono debiti, il dissesto è un obbligo. Concludo invitando l’opposizione, che ha voluto che si verificasse un’ispezione e che è giunta a termine, di votare il dissesto». Richiesta non accolta.

Simona Romano

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