Calatabiano, Peugeot travolge e uccide ciclista «Niente tracce di frenata, corpo in un canneto»

Stessa età, stesso lavoro, due destini diversi che si scontrano sull’asfalto della strada statale 114. È parte del racconto dell’incidente avvenuto ieri notte, intorno alle 21.30, nella frazione LapidePasteria del Comune di Calatabiano. Un 35enne, originario proprio di Calatabiano, si sta dirigendo verso Giardini Naxos – in direzione Messina – in sella alla sua bicicletta. «Rispettava tutte le norme di sicurezza stradale – spiegano i carabinieri – Procedeva accostato al lato destro della carreggiata». Alle sue spalle si avvicinano i fari di una Peugeot 206 blu, nuovo tipo. A guidarla è un coetaneo – originario di Taormina, ma residente a Fiumefreddo – che non si accorge della presenza del ciclista, «a causa del buio e della scarsa illuminazione del tratto stradale, probabilmente», e lo investe. 

Sarebbe stato il rumore dell’impatto – che ha danneggiato il lato destro della Peugeot, e il parabrezza – ad allarmare il conducente. L’uomo ferma l’auto ed esce per verificare cosa sia successo. Ma sull’asfalto non resta niente. Né la bicicletta, né il ciclista e «neppure indizi che facessero ipotizzare l’elevata velocità dell’auto o segni di frenata – spiegano i militari – Immaginate il botto». Nello scontro il ciclista e la bicicletta sono stati scaraventati fuori dalla sede stradale. Al buio, sotto la scarsa luce offerta dai lampioni «e sotto shock, il conducente non si sarebbe accorto della presenza del coetaneo né della sua bicicletta». Salito nuovamente a bordo dell’utilitaria blu ha invertito il senso di marcia, è tornato a casa, ha parlato con la sua famiglia di quanto accaduto e ha deciso di allertare di persona i carabinieri di Fiumefreddo

I militari – giunti sul posto circa un’ora dopo l’incidente – hanno rinvenuto dentro a un canneto, poco distante dal ciglio della strada, il mezzo a due ruote e il corpo senza vita del 35enne di Calatabiano. «Non sappiamo se sia morto sul colpo, ma è un’ipotesi attendibile», aggiungono i soccorritori. La salma è stata trasportata a Catania per gli accertamenti sulle cause del decesso. Il ciclista non era sposato e faceva l’operaio, come il coetaneo che l’ha investito. «Il conducente era lucidissimo», spiegano i carabinieri che lo hanno sottoposto al test per verificare se avesse bevuto alcool o fosse sotto l’effetto di stupefacenti. Le analisi hanno dato esito negativo. Non è la prima volta che la ss114 diventa scena di incidenti mortali «l’illuminazione molto scarsa e le condizioni dell’asfalto – concludono i carabinieri – la rendono pericolosa, specie di notte». 

Marco Di Mauro

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