Business migranti gestito da ex onorevole condannato Norino Fratello e la rete di cooperative nel Trapanese

Legami politici, ma non solo. Anche contatti con appartenenti all’ex loggia massonica Scontrino. L’operazione Brother – messa a segno questa mattina all’alba dai carabinieri del comando provinciale di Trapani, che ha portato all’arresto dell’ex deputato regionale alcamese Norino Fratellotorna ad accendere i riflettori sulla gestione dei migranti in Sicilia. 

«È un’operazione importante, frutto del lavoro di anni», commenta il colonnello Stefano Russo nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina. Le indagini, coordinate dai pm Tarondo, Morri e Urbani, hanno preso il via nel 2016. Il nome di Norino Fratello era emeso nell’ambito delle indagini che portarono all’arresto l’ex direttore della Caritas don Sergio Librizzi, poi condannato a nove anni per aver chiesto prestazioni sessuali agli immigrati in cambio dell’ottenimento del permesso di soggiorno. 

Attraverso l’intestazione fittizia di beni e la bancarotta fraudolenta, l’ex deputato regionale sarebbe riuscito ad eludere i controlli e mettere le mani sul business dell’accoglienza. A snocciolare i dettagli dell’operazione, il capitano Diego Berlingieri: «Al centro dell’operazione – spiega – il fallimento di una sua srl, pilotato in modo da creare una scatola vuota per distrarre poi i beni del fallimento». 

Fratello in passato ha patteggiato una condanna per mafia e in seguito riabilitato. Escluso in questo caso qualsiasi coinvolgimento da parte di Cosa Nostra. «La riabilitazione – continua Berlingeri – non toglie l’obbligo di comunicare tutte le sue variazioni patrimoniali e le attività di impresa. Ecco perché ricorreva ai prestanome. Tra l’altro, essendo funzionario Inail, non poteva gestire delle cooperative per incompatibilità». 

I carabinieri hanno documentato anche una serie di manovre illecite da parte di Fratello con la complicità di due soggetti a lui vicini – Gaetano Calvaruso e Davide Amodeo, pure loro sottoposti agli arresti domiciliari – finalizzate ad alienare beni e servizi di una società sportiva di sua proprietà, la Wellness Sport Center, dichiarata fallita nel 2015, verso un’altra società da lui costituita, la Sport-E, ed intestata ad uno dei complici. L’obiettivo sarebbe stato quello di eludere la normativa fallimentare, integrando così la condotta di bancarotta fraudolenta per distrazione.

Le cooperative perquisite e che sarebbero riconducibili a Fratello sono la coop Letizia (due strutture attive, ad Alcamo e Calatafimi, con 26 minori stranieri), Conses (al momento non ha nessuna struttura operativa), Benessere (che ha quattro centri), Dimensione Uomo (che aveva due centri, uno a Mazara del Vallo e uno ad Alcamo, adesso la coop è in liquidazione), e Consorzio Servizi e solidarietà (con sede a Erice). Fratello avrebbe gestito di fatto anche la Wellness Sport Center s.r.l., con sede ad Alcamo, fallita il 5 marzo 2015; la Sport-E, pure questa con sede ad Alcamo.

Allo stato attuale, hanno precisato gli investigatori, non è possibile quantificare l’enorme flusso di denaro intascato da Fratello. Le sue coooperative, infatti, avevano conti in diversi Comuni. Assieme a Fratello sono finiti in manette Calvaruso (amministratore unico della Wellness Sport Center) e Amodeo (amministratore unico della Sport-E s.r.l.s), sottoposti ai domiciliari, e Salvatore Fratello (fratello di Norino e presunto prestanome nella Sport-E), sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza. 

Indagati anche Maria Fileccia (cognata di Fratello), Baldassare Marchese (quale amministratore della Wellness Sport Center e proprietario della Palestra Moving), Patrizia Messina (presidente del consiglio di amministrazione della coop Letizia), Maria Adragna (del Consorzio Servizi e Solidarietà), Anna Maria Montemagno (della coop Benessere), e Marisa Oliveri (amministratore unico della coop Dimensione uomo 2000). 

Pamela Giacomarro

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