Arriva questa mattina il commissariamento giudiziale delle due società coinvolte nell’operazione Bloody money, l’indagine della guardia di finanza etnea che ha portato all’arresto di alcuni importanti dirigenti medici catanesi e degli imprenditori che operavano nel settore della dialisi. Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della procura di Catania, le fiamme gialle hanno predisposto il provvedimento per la Diaverum Italia srl, con sede ad Assago, e per la Le ciminiere srl di Catania.
L’ordinanza nasce dall’attività istruttoria del giudice per le indagini preliminari che segue temporalmente le misure di custodia cautelare che hanno coinvolto Elvia Sicurezza, primaria di Nefrologia del Vittorio Emanuele, Giorgio Leone, dirigente medico della stessa specialità all’ospedale Garibaldi. Ma anche gli imprenditori Francesco Messina Denaro, parente del boss di Castelvetrano e procuratore speciale per la Sicilia del colosso della dialisi Diaverum srl, Salvatore Guarino, marito di Elvia Sicurezza, e Carmelo Papa.
Dopo gli interrogatori di garanzia degli amministratori delle società private coinvolte nel business dei pazienti dializzati, il magistrato – si legge in una nota della procura – «ha confermato il grave quadro indiziario descritto nella prima ordinanza cautelare e disposto, pertanto, il commissariamento giudiziale dei due enti per la durata di un anno». In particolare, per Le ciminiere srl il commissario del tribunale si occuperà direttamente della gestione ordinaria della società.
Mentre per la Diaverum, affiancherà l’amministratore delegato «per assicurare un effettivo rinnovamento gestionale», scrivono i giudici, al fine di creare: «Discontinuità al circuito corruttivo che ha proliferato a lungo». «La società ribadisce di avere sempre operato nel rispetto della legalità – scrive Diaverum in una nota inviata alla stampa – e prende atto con soddisfazione del riconoscimento, da parte del gip, del percorso di rinnovamento intrapreso». E mentre assicura «la massima collaborazione al commissario che ci affiancherà – conclude l’azienda – auspichiamo che il provvedimento, riguardante i sette centri dialisi di Diaverum operanti a Catania, rappresenti un passaggio tecnico temporaneo in attesa dell’accertamento in corso».
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