Buona Pasqua ai nostri lettori (e auguri a Lombardo-Bertoldo…)

Intanto auguri di buona Pasqua ai nostri lettori. A Natale ci dicono che dobbiamo essere più buoni. A Pasqua pure. E, secondo noi, è un’esagerazione: non si più essere ‘buoni’ più di una volta all’anno. Soprattutto per chi fa il nostro mestiere. Che ne sarebbe di un giornalismo senza le ‘monellerie’? Sarebbe scialbo. Senza forza. Senza sapore. Come la pizza Margherita senza mozzarella. Può esistere una Margherita senza mozzarella? No.

Nel fare gli auguri ai nostri lettori, non possiamo fare a meno di gioire per la nostra Sicilia che, forse, si sta liberando di uno dei peggiori governi regionali della storia dell’Autonomia siciliana. Che personaggi, ‘sti governanti attuali! Ma dove li abbiamo trovati? Su internet?

Per uno di quei casi strani che, ogni tanto, il fato regala agli uomini, la Settimana Santa ha finito con il coincidere – solo temporalmente, s’intende – con la settimana di ‘passione’ del presidente della Regione, Raffaele Lombardo.

Adesso, per favore, non cominciamo con i parallellismi. Il paragone non regge. Gesù è venuto sulla terra per liberare gli uomini: e – checché ne dicano gli atei – ha fatto un ottimo lavoro. Lombardo, purtroppo, è arrivato 2008 anni dopo, ma solo per incasinare la Sicilia. Gesù oggi resuscita. Mentre dubitiamo fortemente che Lombardo riuscirà a ‘resuscitare’ il proprio governo.

Certo, l’abbiamo ancora tra i piedi. L’altro ieri ha parlato di dimissioni. Ieri, come si dice dalle nostre parti, se l’è ‘rifardiata’. “Se mi dimettessi ora confermerei le accuse”, ha detto. E, in effetti, come si fa a dargli torto: i magistrati – monelli’ quanto sappiamo esserlo noi giornalisti – lo accusano di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio con i boss. Che, volendola dire tutta, non è proprio una passeggiata in via Etnea riflettendo su Giovanni Verga e Mario Rapisardi.

Che ‘tenero’ il nostro presidente. Ci ricorda un personaggio sepolto nella nostra memoria: magari si chiamava Bertoldo ed era stato condannato a morte. Alboino gli aveva concesso l’onore, se così si può dire, di scegliere l’albero nel quale sarebbe stato impiccato. Ma Bertoldo, nonostante la ricerca, non riusciva a trovare un albero che gli andasse a genio: quello aveva i rami troppo corti, l’altro li aveva troppo lunghi, l’altro ancora aveva un tronco troppo esile e via continuando con le irrimediabili ‘pecche’. Alla fine Bertoldo sceglierà un alberello piccolo piccolo… Morale: per impiccarlo si sarebbe dovuto aspettare che crescesse…

Eppure, visto che oggi è la Santa Pasqua, vorremmo recitare una preghiera anche per il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, e per il parlamentare nazionale, anche lui del Pd, Giuseppe Lumia. Questu due una preghiera se la meritano proprio. In questo momento per loro ‘difficilissimo’ gli siamo ‘vicini’ nella comprensione della loro ‘sofferenza’ da assenza di potere. Anche se non siamo abituati – come loro – alla ricerca affannosa del potere allo stato puro, senz’alcun’altra motivazione, anche se non siamo assetati di appalti, incarichi & e prebende da spartire, anche se non siamo interessati ai primariati negli ospedali, siamo perfettamente coscienti del ‘dolore’ che provano nel sapere di dovere lasciare il governo. Sappiamo anche che in queste ore ‘tremende’ stanno pensano: “E quando ci torniamo noi qui, mai più…”.

Li comprendiamo. Consideriamo cristiamente il loro ‘stato d’animo’. E siamo coscienti, anche, dello spirito ‘cristiano’ con il quale, in questi giorni, stanno ‘sorseggando’ l’amaro calice delle accuse di mafia che colpiscono un governo del quale fanno parte. Loro che la mafia l’anno sempre ‘combattuta’ nel nome della ‘questione morale’, si ritrovano… Ah, che posizione politica scomoda…

Che dire dell’assessore regionle Gaetano Armao “creditore privilegiato”? A Sala d’Ercole – correva l’anno 2009 – Antonello Cracolici lo aveva pure accusato. Ne aveva chiesto le dimissioni. Poi, anche lui, come ha fatto ieri Lombardo, se l’è ‘rifardiata’ e…

Ma oggi è Pasqua e, conoscendo i personaggi, siamo certi che Lombardo, Cracolici e Lumia, nei prossimi giorni, sapranno trovare (aiutati anche dal fatto che, alla fine, Lombardo è di Catania) il verghiano spirito di Mazzarò, noto protagonista di una novella di Verga che, dovendo lasciare questa terra, non aveva, però, alcuna intenzione di lasciare la “roba”: da qui il celebre: “Roba mia, vientene con me…”.

Auguri!

foto Libera tratta da canicattì web

 

Giulio Ambrosetti

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