Buona notte formazione professionale!

di Giuseppe Messina

Si dice e si rappresenta che il professore universitario, Mario Centorrino, si sia dimesso dalla ambitissima poltrona di assessore alla Formazione professionale ed istruzione della Regione siciliana.


Si dice
e si rappresenta che il suo stato d’animo non sia dei migliori proprio perché tanto è stato il suo attaccamento alle sorti del settore.

Si dice e si rappresenta che il professore abbia espresso un ultimo desiderio prima di spegnere i riflettori e cioè quello di incontrare gli studenti di una scuola di Corleone.

Ma Centorrino non aveva dichiarato nei giorni scorsi di essere pronto a dimettersi solo dopo aver dato i natali all’Avviso 20, firmato poi dalla Corte dei Conti?

Lo stesso Presidente della Regione ha dovuto richiamarlo al senso di responsabilità rispetto ad un quadro clinico-politico che, nel frattempo, è totalmente mutato.

Si dice si rappresenta che il professore Centorrino non abbia ben compreso che il Pd aveva già staccato la spina al governo regionale – almeno cosi appare dalle dichiarazioni a seguito della decisione uscita dal direttivo regionale del Pd.

Si dice e si rappresenta che il professore Centorrino lo dice ma non lo fa!

Ma tutto questo a chi può interessare: “morto un Papa se ne fa un altro”.

La questione che rimane irrisolta semmai è un’altra: per quanti anni si produrranno gli effetti della planetaria riforma targata Centorrino?

Chi arriverà darà continuità alla linea riformatrice e destrutturante di Albert?

Il comparto della formazione professionale ha cambiato vestito, ma chi l’indosserà cambierà?

L’Avviso 20 assurge, quindi, a simbolo dello smembramento del quadro normativo regionale di settore, sostituito da un nuovo modello di Vademecum, più volte modificato, che consegna agli Enti di formazione professionale – soggetti esercitanti l’attività d’impresa ex art. 2082 del Codice Civile – il dominio sul rapporto contrattuale.

Ebbene sì!

Si dice e si rappresenta che il professore Centorrino abbia ripristinato il giusto rapporto tra datore di lavoro e lavoratore, tra razza padrona e operaio, povero di diritti e tutele.

Si dice e si rappresenta che l’Albo Unico sia stato un bluff, doveva servire per ricollocare i lavoratori, eventualmente in esubero negli Enti di appartenenza, presso altri Organismi formativi, magari sotto organico,

Dispiace per tutti coloro che hanno creduto al significato di Albo quale strumento di garanzia e messa in sicurezza del settore e dei lavoratori dall’attacco di nuove clientele politiche,

Ed invece, piano piano, è stato trasformato con un tocco magico fino a farlo evaporare per il compiacimento degli Enti formativi cha avevano sottoscritto la dichiarazione di disponibilità all’assunzione di lavoratori in mobilità (interna al settore) pur di ottenere cinque punti utili al raggiungimento del migliore punteggio possibile ai fini del finanziamento.

Si dice e si rappresenta che, per curare i “mal di pancia” di certi ambienti politici, Centorrino, coadiuvato dal fido Albert, si sia dovuto inventare potenti formule magiche, riuscendo a evaporare l’elenco.

Proviamo a strutturare il ragionamento.

L’Albo unico dei lavoratori della formazione professionale introdotto dalla art. 14 della legge regionale 6 marzo 1976, n.76 ha rappresentato lo strumento di protezione e garanza in favore dei dipendenti degli Enti formativi. Almeno questo fino all’avvento di Centorrino.

Oggi, di fatto, è superato dai comportamenti della burocrazia regionale. Nessuna legge abrogativa e nessun provvedimento formale della pubblica amministrazione sono intervenuti per modificare il quadro normativo in merito, ma l’amministrazione regionale non emana alcuna direttiva per obbligare gli enti di formazione ad impegnare il personale individuato, da ultimo, sia nell’Elenco unico del personale ex D.A. n. 5074 del 22 dicembre 2010 che nel bando dell’Avviso n. 20 del 12 agosto 2011, sostitutivo il Piano Regionale dell’Offerta Formativa (PROF). Quello che sarebbe dovuto essere il recinto di protezione del personale che opera nel settore, oggi viene superato dal killeraggio dei Superburocrati del Governo Lombardo.

Infatti il dirigente generale della formazione professionale pare abbia fatto sapere alle organizzazioni sindacali che ogni Ente di formazione può comportarsi come crede nell’offrire il miglior servizio all’utenza, quindi nessun obbligo può essere fatto ad essi nell’utilizzo e nella scelta del personale. Viene cancellato l’art. 14 della legge regionale del 6 marzo 1976 n.24, l’art.2 della legge regionale 1 settembre 1993 n. 25, il D.A. n. 5074 del 22 dicembre 2010 e tutto il quadro normativo che è stato preso a riferimento fino ad oggi nel rispetto delle procedure per l’impiego del personale, oltre a decenni di buona formazione offerta dagli enti di formazione e dai sindacati.

Nell’ultima riunione delle organizzazioni sindacali con il dirigente generale, Albert, pare abbia comunicato con garbo e determinazione che l’amministrazione regionale non intende più occuparsi di questo Albo, quindi non appena ultimati i lavori di definizione e redazione della versione aggiornata ed ultimativa, esso sarà consegnato agli enti di formazione ed alle organizzazioni sindacali dei lavoratori per disciplinare in modo bilaterale i loro rapporti senza l’arbitro della legge e del governo regionale.

Sì proprio l’Ente bilaterale, fatto nascere all’inizio del maggio 2011 – per certificare “vox populi” l’unione in matrimonio tra alcuni Enti di formazione ed alcune organizzazioni sindacali, cancellando la vecchia regola del controllore e controllato; diversi, di solito, nel ruolo e nell’interesse.

Si consuma l’ultimo atto della disfatta di un settore ad opera di imbarazzanti scelte assunte dal Governo regionale e da precise aree politiche.

Le stesse che per generare nuovi circoli di precariato, ottenere nuove soggezioni dei lavoratori nelle campagne elettorali e provare ad imporre nuove assunzioni a fronte di licenziamenti del personale già operante hanno chiesto aiuto ad un pool di docenti universitari e consulenti di importanti sindaci.

Foto di prima pagina tratta da blog.libero.it

 

 

Redazione

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