Continua la querelle politica a Bronte, tra il sindaco Graziano Calanna e quattro consiglieri che facevano parte delle liste che lo hanno sostenuto alle elezioni. I quattro consiglieri – Enza Meli, Antonio Leanza, Ernesto Di Francesco e Gaetano Messina – rispediscono al mittente le accuse del primo cittadino, che aveva detto che tre di loro volevano essere nominati assessori. In una nota i quattro consiglieri, che hanno sottoscritto il manifesto politico di cui si è discusso alcune settimane fa, dichiarano: «Intendiamo respingere in maniera netta quanto asserito dal sindaco di Bronte circa una pretesa di entrare in giunta».
«È infatti ormai cosa nota che il sindaco, dall’indomani delle elezioni, continua a manovrare la sua giunta come merce di scambio offrendo disponibilità di posti di assessore a chiunque possa garantirgli sopravvivenza politica, senza distinzione di colore politico – prosegue il comunicato – Non comprendiamo inoltre come una parte del Megafono di Bronte non trovi invece imbarazzo a stare insieme ad una coalizione ibrida formata da ex esponenti Mpa e della destra storica di questa città (Forza Italia) nata da un colpo di mano all’indomani delle elezioni, il cui collante è per l’appunto la poltrona assessoriale». La discussione continua con nomi e ruoli: Antonio Leanza era assessore designato, ma si è dimesso prima del ballottaggio in favore di Enza Meli. Anche lei, però, ha rifiutato l’assessorato. Così come avrebbero fatto gli stessi di Di Francesco e Messina.
A queste accuse, però, replica ancora il sindaco: nella versione di Calanna, Leanza, Meli e Di Francesco gli hanno chiesto uno scranno da assessore. Secondo gli accordi elettorali, sostiene il sindaco, Leanza avrebbe dovuto dimettersi dopo le elezioni. «La smetta di chiedere l’assessorato – continua il primo cittadino brontese – semmai lo chieda a Catania, dove vive stabilmente». Un attacco pesante. «Il sindaco anziché rispondere con azioni politiche e amministrative attacca chi non segue le sue idee – replica Leanza a MeridioNews – Sono onorato di essere figlio di questa terra, anche se il mio lavoro mi porta spesso lontano dal mio paese. Il problema è che il sindaco non ha più nulla di centrosinistra, ma ha puntato su soggetti politici ex Forza Italia o ex Mpa». Molto polemico anche Ernesto Di Francesco: «Il sindaco mi ha proposto lui di fare l’assessore, come lo ha proposto a Gaetano Messina, e io ho rifiutato – sostiene – Già dai tempi del ballottaggio, non ho più condiviso le sue scelte».
Al di là della questione delle poltrone, però, c’è quella amministrativa. Ed è sulla città di Bronte che i consiglieri chiudono la loro nota: «Caro sindaco – scrivono – invece di dedicarsi alla realizzazione di murales, alla distribuzione di targhe o a organizzare gare automobilistiche, le consigliamo di dedicarsi all’amministrazione della città». Che passerebbe anche, secondo i quattro dissidenti, dal rilancio della zona artigianale, dalla refezione scolastica e dalla riforma «dell’inefficiente servizio della raccolta dei rifiuti, che grava notevolmente sui cittadini». Senza contare randagismo, manutenzione delle strade e uso delle risorse europee.
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