Cambia ancora la composizione della maggioranza politica che sostiene il sindaco Graziano Calanna al Consiglio comunale di Bronte. Nel corso della seduta di ieri sera, infatti, il gruppo Centristi per Bronte, con una dichiarazione scritta, ha ritirato l’appoggio al primo cittadino. Nella nota si leggono sei punti su cui la formazione composta da Giuseppe Di Mulo e dalla capogruppo Angelica Catania esprime disaccordo rispetto all’operato dell’amministrazione comunale, tra cui immigrati, zona artigianale, lavori nel cimitero, riordino di uffici e aree comunali, recupero dei residui attivi e prescritti e l’assenza di progettualità e sviluppo per il futuro.
Argomenti che sono al centro del dibattito pubblico di Bronte, in modo particolare i temi connessi all’immigrazione e al bilancio comunale. Subito dopo la dichiarazione dei due, Calanna ha dichiarato ironicamente che ogni due anni Centristi per Bronte si dissocia dalla Giunta e continua per la propria strada. Di Mulo ha replicato che la condotta politica del gruppo è sempre stata lineare, senza cambi di poltrone, come invece avrebbero fatto da altri.
«Abbiamo provato a dare una scossa, soprattutto a dare nuovi stimoli – dice Giuseppe Di Mulo – invece siamo stati attaccati con vigore. Noi proseguiamo per la nostra strada, in maniera chiara e lineare, visionando gli atti e votando quelli che possano davvero portare seri miglioramenti alla vita dei brontesi. Abbiamo condiviso con Calanna un programma e degli accordi elettorali fra forze politiche che sono stati entrambi disattesi». «Ben vengano monumenti e manifestazioni – aggiunge Angelica Catania – ma non possono esserci solo queste, i cittadini hanno ben altre priorità, in primis il lavoro, e una certezza economica che consenta di guardare con ottimismo al futuro».
«Auguro ai due consiglieri buona fortuna – risponde il sindaco Graziano Calanna – noi andiamo avanti con il programma che i cittadini hanno votato, e che fra tre anni dovranno confermare con il loro assenso». Nel frattempo, per la maggioranza i numeri in Consiglio diventano risicati. Attualmente dovrebbero essere dieci a favore e dieci contro, ma – com’è accaduto spesso ultimamente – molti atti vengono poi approvati con votazioni trasversali.
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