Nella mattinata, la Direzione investigativa antimafia di Catania ha eseguito un
decreto di confisca di beni emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale etneo nei confronti di Antonio Salvà Gagliolo, classe 1980. Ritenuto un elemento di spicco della
criminalità brontese, Salvà Gagliolo ha numerosi precedenti penali per reati di furto aggravato,
danneggiamento, ricettazione, riciclaggio, associazione per delinquere e truffa.
La confisca ha riguardato un’impresa individuale operante nel settore del commercio di autoveicoli, beni mobili e immobili e diverse disponibilità finanziarie per un importo complessivo di 500mila euro. I beni erano già sottoposti a sequestro nel 2016.
Gli accertamenti sul conto di Antonio Salvà Gagliolo, inoltre, hanno evidenziato una costante
e assidua frequentazione con pluripregiudicati di notevole spessore criminale e con persone ritenute appartenenti ad associazioni di tipo mafioso.
In particolare, il 38enne risulta essere il fratello di Daniele Salvà Gagliolo, denunciato nel 2001 per
concorso nel tentato omicidio del boss Francesco Montagno Bozzone, ritenuto a
capo del clan mafioso locale dell’area di Bronte e collegato ai Carcagnusi di Catania.
Il 38enne è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel
Comune di residenza, per la durata di un anno e sei mesi. Il provvedimento scaturisce da indagini condotte dagli uomini della Dia sull’intero patrimonio del 38enne, che hanno
consentito di acclarare una netta sproporzione non giustificata tra i redditi dichiarati e l’ingente patrimonio a lui riconducibile.
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