«Ti voglio bene, però è meglio che muori». Soltanto una delle frasi pronunciate da un 48enne di Bronte, arrestato su richiesta della procura per maltrattamenti nei confronti della moglie. L’uomo è stato posto ai domiciliari.
Dalle indagini è emerso che le violenze sono iniziate oltre dieci anni fa. La vittima era oggetto di umiliazioni anche davanti a terzi. Insulti e minacce a volte sfociati in aggressioni fisiche che hanno causato lividi e ferite, mai però refertate dai medici per timore delle ritorsioni da parte del marito.
Ad assistere alle aggressioni, in più di un caso, sarebbero stati anche i figli minorenni della coppia. Fino a quando la donna ha trovato il coraggio di denunciare, consentendo all’autorità giudiziaria di intervenire.
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