Avrebbe dovuto gestire gli aspetti previdenziali e la contabilità, inclusi i pagamenti, dei cantieri regionali di lavoro, durante l’ultima fase della legislatura di Giuseppe Buzzanca. Trascorsi quattro anni, sembrerebbe che il consulente esterno, Enrico Iorio, incaricato dall’ex sindaco, non abbia integralmente adempiuto, procedendo tuttavia con un decreto ingiuntivo ai danni del Comune di Messina per il mancato riconoscimento del proprio onorario. Una vicenda che, secondo la pubblica amministrazione, metterebbe a repentaglio la posizione previdenziale dei lavoratori e farebbe lievitare le spese dell’ente. Il tutto, per avere assegnato a un «estraneo» mansioni che avrebbero potuto benissimo gestire gli uffici.
Il 21 aprile scorso Calogero Ferlisi, dirigente dell’avvocatura di palazzo Zanca, ha proposto di conferire un incarico all’avvocato Dario Cocivera – iscritto nell’elenco generale dei legali del municipio – per un’azione nei confronti del consulente esterno Iorio, «per danni cagionati all’ente». La delibera viene successivamente adottata dalla giunta tre giorni dopo
Il rapporto lavorativo tra Iorio e il Comune di Messina inizia il 27 luglio 2011, quando l’allora sindaco Buzzanca, con propria determinazione – la numero 103, – affida al professionista, iscritto all’albo dei consulenti del lavoro della provincia, «l’incarico di provvedere alla predisposizione degli statini paga e a tutti gli adempimenti amministrativo-contabili nonché fiscali-previdenziali relativi alle unità di personale per i cantieri di lavoro, dietro corrispettivo di un compenso, pattuito in 18mila euro oltre Iva e Cpa». La Cpa è la cassa di previdenza e assistenza forense. In questo caso l’acronimo allude più genericamente ai contributi previdenziali.
I cantieri regionali di lavoro sono stati istituiti dalla regione Sicilia con la legge sei del 2009. L’esecutivo del capoluogo peloritano ne recepisce il contenuto con la delibera numero 945 del 15 dicembre 2009.
A mettere in guardia il Comune è la notifica, da parte di Iorio, di un decreto ingiuntivo per la corresponsione del proprio compenso. Da qui, la decisione dell’attuale governo cittadino, guidato da Renato Accorinti, di far luce sulla vicenda, attraverso il dipartimento risorse Umane. Stando al provvedimento del 24 aprile scorso, gli uffici hanno presentato all’amministrazione una relazione, protocollata il 27 novembre 2014, comunicando che «una serie di adempimenti obbligatori che avrebbero dovuto essere espletati dal ragioniere Iorio non sono stati mai completati e/o svolti».
Nella relazione si legge anche che «la regione siciliana ha richiesto con decreti ingiuntivi al Comune la restituzione di somme finanziate e addebitate per anticipazioni di assegni familiari Inps che non sono stati ancora rimborsati dall’Istituto e, in conclusione, che le inadempienze contrattuali del professionista, oltre che manifestare il mancato corretto assolvimento dell’incarico conferitogli, hanno causato dei costi addizionali a carico dell’ente».
Stando all’articolo sei del disciplinare d’incarico, Iorio avrebbe potuto pretendere il compenso solo dietro presentazione di «una relazione sull’attività svolta». L’articolo undici lo obbliga, inoltre, «a consegnare tutta la documentazione e gli archivi informatici e non, in proprio possesso […] attinenti ai cantieri scuola lavoro».
Con una nota del 16 dicembre 2011, notificata al ragioniere con raccomandata con ricevuta di ritorno del 20 dicembre successivo, il dipartimento programmazione bilancio Entrate «aveva comunicato tutti gli adempimenti obbligatori che il consulente doveva espletare per la gestione contabile e previdenziale del personale dei cantieri regionali di lavoro, precisando che qualsiasi inadempienza e/o contestazione da parte della Regione siciliana, dell’Inail, dell’Inps e dell’Inpdap sarebbe stata di esclusiva competenza del professionista e che in mancanza anche solo di una delle cose richieste non si sarebbe data l’autorizzazione al pagamento della fattura».
«A tutt’oggi – riferiscono ancora gli uffici – molti adempimenti obbligatori non sono stati svolti e/o sono stati fatti con notevole, ingiustificato ritardo».
Dalla relazione emerge, che la chiusura delle pratiche con l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro «è stata fatta soltanto il 3 maggio 2014, successivamente all’emissione della fattura», mentre «la liquidazione del saldo e/o la regolarizzazione non è mai stata effettuata e tali somme sono state iscritte a ruolo dall’istituto». Si tratta di 4mila 58 euro e 39 centesimi il cui pagamento sarebbe dovuto avvenire entro il 18 novembre 2013, e di altri 2mila 51 euro e 17 centesimi di cui il Comune si dice all’oscuro. In questa ultima somma rientrerebbero 282 euro e 15 centesimi di sanzioni civili per ritardato pagamento.
Riguardo all’istituto nazionale di previdenza sociale, dalla relazione del dipartimento risorse umane si apprende che «la regolarizzazione degli assegni familiari e la richiesta di eventuali rimborsi è stata inoltrata telematicamente a un indirizzo e-mail errato».
In generale, gli inadempimenti secondo gli uffici impedirebbero di sistemare «la posizione previdenziale dei lavoratori, i quali rischiano di non avere riconosciuto tale periodo per mancanza dei flussi telematici».
Secondo le stime del municipio, il giudizio rientrerebbe nello scaglione dei contenziosi di valore inferiore ai 25mila euro. Pertanto, la somma impegnata nella delibera del 24 aprile è complessivamente di mille e due euro.
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