Una lunga sequenza di «non ricordo», pronunciati come risposta alle più svariate domande, potrebbero costare a un poliziotto di servizio a Siracusa l’accusa di falsa testimonianza. L’agente è Angelo Tedesco ed è stato ascoltato oggi alla Corte d’Assise di Caltanissetta, nell’ambito del processo Borsellino quater, sulla strage di via D’Amelio. La deposizione del poliziotto, che all’epoca dei fatti lavorava per la squadra mobile di Palermo, ha suscitato in più occasione le reazioni del pubblico ministero Stefano Luciano e dei legati di parte civile, increduli davanti alla reticenza di Tedesco.
All’agente è stato chiesto di parlare della gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino e, più in generale, sulle indagini che all’epoca portarono alla identificazione di quelli che si ritenne avessero partecipato alla strage. Tedesco, tuttavia, non ha fornito elementi utili, anzi ha dato adito a dubbi circa la poca memoria che conserva di quegli anni. Per questo motivo l’avvocato Giuseppe Scozzola ha chiesto di trasmettere gli atti della deposizione alla Procura di Caltanissetta. A riguardo, il presidente della Corte, Antonio Balsamo, si è riservato di decidere. Il processo – che vede come imputati per strage Salvo Madonia e Vittorio Tutino, mentre rispondono del reato di calunnia Francesco Andriotta, Calogero Pulci e lo stesso Scarantino – ripartirà tra giovedì.
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