«L’ha fatta lei?». «E cu l’ava fari? U Cumuni?». Alla risposta si accompagna una soddisfazione pari a quando si vince un carico tirando il due di briscola. Catania, piazza Borgo. Le quattro aiuole dal lato nord hanno cambiato look. Merito di un drappello di aficionados: pensionati per lo più, qualche disoccupato, tutti uomini. Accomunati dall’aver trasformato il tavolo sotto il gazebo nella sede delle loro partite a carte. Stanno sempre lì, in pratica una seconda casa. Al punto che qualcuno, guardandosi attorno, ha pensato: perché non sistemare e curare noi il verde?
Così ognuno ha recuperato una pianta: qualche oleandro, due ciclamini, molte piante grasse. Tutte comunque resistenti. I criteri di selezione li precisa il signor Salvatore: «I cristiani si futtunu i ciuri e i cani ci pisciunu». Serve verde resistente all’inciviltà. In più hanno piantato semi per far crescere il prato. Alla manutenzione ci pensano loro, armati di piccole zappe. Telecamere di sorveglianze, neanche a dirlo, non servono. «Almeno il posto dove passiamo intere giornate è più decente».
Una volta in piazza i gazebo in legno dove ripararsi erano due. «Ma uno è stato distrutto da una spazzatrice che è salita sulla piazza, cosa che non può fare, e con una manovra sbagliata lo ha rotto», continua Salvatore. Così tutti gli habitué sono costretti a stringersi sotto l’unica protezione rimasta. La briscola a coppie si alterna a quella in cinque. Si fanno i turni. Il tavolo è stato rinforzato con un pezzo di compensato donato dagli operai che lavorano nel grande palazzo alle loro spalle, da mesi ingabbiato in un ponteggio. Scommettiamo che piazza Borgo sarà più bella?
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