Bollette pazze, il caso Acoset finisce all’Antitrust «Autorità verifichi pratiche commerciali scorrette»

«Codesta autorità voglia verificare, esercitando i propri poteri istituzionali in materia di repressione di pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori». Il caso delle bollette pazze ricevute da molti utenti di Acoset lascia i confini provinciali e arriva a Roma, in piazza Giuseppe Verdi, sede dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Sul tavolo dell’Agcm, infatti, è arrivata la segnalazione del legale del titolare di uno delle migliaia di persone che hanno un contratto di fornitura idrica con Acoset. La società gestisce il servizio in una ventina di comuni della provincia ed è guidata dal presidente Diego Di Gloria. Nel mirino, ancora una volta, sono arrivate le lamentele di chi ritiene di ricevere richieste per nulla consone al consumo d’acqua effettuato. Vicende, queste ultime, più volte raccontate da MeridioNews.

Ed è alla ricorsività dei casi sospetti che si fa riferimento nella missiva inviata al garante per la concorrenza. «Emerge – scrive l’avvocato Luciano Vasques – la presenza di indizi di come la vicenda oggetto della segnalazione non rappresenti un caso isolato, ma possa inquadrarsi nell’ambito di una pratica commerciale», si legge nel documento. Allegati, oltre a una serie di fatture sospette, ci sono anche le testimonianze di quanti si sono ritrovati a condividere, sui social network, quella che ritengono un’ingiustizia. Al centro della segnalazione ci sono le bollette inviate da Acoset negli ultimi due anni.

A finire nel mirino, ancora una volta, è stato il ritardo nella lettura dei contatori e il conseguente aumento dell’importo da pagare, interpretato dalla società come un eccessivo consumo a cui applicare tariffe maggiorate. «Dalla lettura della fattura (primo trimestre 2021, ndr) – scrive il legale – si evince che il periodo di fatturazione è andato dal 22 gennaio 2021 al 12 maggio 2021, andando a coprire un periodo di quasi quattro mesi anziché tre, determinando inevitabilmente l’illegittima applicazione delle tariffe più elevate». Gli importi richiesti da Acoset nelle fatture contestate sono importanti, così come il quantitativo di acqua riportato alla voce consumo. Cifre talmente alte da fare ipotizzare, secondo il legale, che nella gestione della tariffazione i problemi possano essere molteplici. 

«Nel 2020, è stato fatturato al mio assistito un consumo pari a 2.682,95 euro del tutto abnorme dato che l’abitazione, nel corso del 2020, è stata utilizzata solo per pochi giorni e non sono state riscontrate perdite occulte né altre anomalie similari», si legge nel testo inviato all’Agcm, in cui si specifica che l’utenza è una casa vacanze, abitata solo nei mesi estivi e priva di piscina. Per quanto riguarda la quantità d’acqua riportata in bolletta, il legale menziona il caso dell’ultimo trimestre 2020. «Secondo i rilievi di Acoset – prosegue il legale – il consumo effettivo nel periodo settembre-dicembre sarebbe stato pari a ben 330 metri cubi, circa il triplo del consumo medio dell’utenza per come rilevato nei cinque-sei anni precedenti». Guardando agli ultimi sei mesi del 2020, il consumo sale a 724 metri cubi e a essere contestata è la dicitura «calcolata» che compare in fattura. «Acoset – denuncia il legale – ha evidentemente proceduto a una stima dei consumi del tutto abnorme e assolutamente non parametrata agli effettivi consumi dell’utenza nel medesimo periodo di riferimento degli anni precedenti. Inoltre, non ha mai provveduto a effettuare conguagli stornando le cifre in eccesso».

Il sospetto dell’avvocato è che le bollette pazze possano a loro volta diventare punto di riferimento per future fatture basate su stime dei consumi e non su rilevazioni puntuali dai contatori. «Dall’analisi della fatturazione del 2021, emerge che il consumo effettivo nel periodo gennaio-maggio, sarebbe stato pari a ben 224 metri cubi, pari quasi a dieci volte il consumo medio dell’utenza, il quale si è sempre aggirato sui dieci-venti metri cubi». A ciò si aggiunge un altro particolare di non poco conto: «L’immobile, nel periodo relativo alla fattura, è rimasto inabitato e l’impianto idrico chiuso per cautela».

Sulla questione delle mancate letture, a maggio scorso il presidente di Acoset aveva dichiarato a MeridioNews che si era trattato di un problema nato con la pandemia e con gli inevitabili riflessi nella gestione del personale. Tuttavia, qualche settimana dopo, un altro utente aveva denunciato al nostro giornale un ritardo nelle letture in epoca precedente alla comparsa del Covid-19. Allo stesso modo, nella segnalazione giunta nei giorni scorsi all’Agcm, si fa riferimento a precedenti contestazioni riguardanti il periodo 2017-2019.

L’Agcm è un ente che, tra i propri poteri, ha anche quello di effettuare indagini conoscitive, che possono portare a sanzioni amministrative anche in materia di pratiche commerciali scorrette. Quest’ultime è possibile segnalarle all’indirizzo: https://www.agcm.it/servizi/segnala-on-line.

Simone Olivelli

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