Bocciati’ i ticket sui ricoveri ospedalieri

Di fatto, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica ha finito con il coincidere con l’avvio, nelle Commissioni legislative del Parlamento dell’Isola, della ‘maratona’ sulla manovra economica. Il risultato è che, mentre il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, sono a Roma – in quanto grandi elettori del futuro capo dello Stato – a Palazzo Reale imperversa il valzer delle cifre ballerine e delle proposte del Governo ‘bocciate’ dalle Commissioni.

Lo confessiamo: in oltre venticinque anni di cronache parlamentari di Sala d’Ercole, a nostra memoria, non ricordiamo un ‘bordello’ simile. Dire che non si capisce più nulla è un eufemismo.

NO AI TICKET SUI RICOVERI OSPEDALIERI – Per la seconda volta (la prima volta era avvenuta con la prima stesura della manovra poi ritirata dal Governo) sono spariti i ticket sui ricoveri ospedalieri e il pagamento di un euro per ogni ricetta. Quello sulla ricetta era un balzello ignobile. Il ticket sui ricoveri, forse, per com’era stato congegnato, magari poteva pure andare. Lo avrebbero pagato i cittadini con un reddito supriose a 50 mila euro: 10 euro al giorno per i primi sette giorni. E 25 euro al giorno, per i primi sette giorni per i cittadini con reddito superiore a 100 mila euro all’anno. Dall’ottavo giorno in poi i ticket ospedalieri si sarebbero ridotti del 50 per cento.

Sarebbe stata, alla fine, un balzello giusto, progressista, socialista e gli stessi cittadini siciliani non fossero già tartassati da Irpef, Ilor, Irap (le imprese), Tares, Imu, Iva e altro ancora. Insomma, non se ne può più di tasse e imposte. Così il provvedimento è stato bocciato’. Tra la soddisfazione dei parlamentari di centrodestra (Gino Ioppolo de La Destra) e di centrosinistra (Giuseppe Laccoto e Mario Alloro del Pd). Con i ticket sui ricoveri ospedalieri il Governo ipotizzava di incassare 1,5 milioni di euro all’anno. Non è da escludere che la norma venga ripresentata in Aula.

ADDIZIONALE IRAP – Il puntuto Ioppolo (nella foto sotto, a destra) punzecchia il Governo sempre sulla sanità. “Per il finanziamento della spesa sanitaria regionale – dice – Crocetta propone l’addizionale sull’Irap, proprio come i governi precedenti. In una condizione sociale di estrema difficoltà economica Crocetta non aiuta le famiglie siciliane: a parole dice di essere il rinnovamento, ma nei fatti torchia, senza essere capace di proporre nemmeno in questo settore alcuna economia”.

“Si occupi, piuttosto – aggiunge il parlamentare -, di rinegoziare con lo Stato la quota del contributo regionale alla spesa sanitaria nazionale: mentre le altre Regioni italiane contribuiscono nella misura del 25, 30 per cento, la Regione siciliana contribuisce per il 49 per cento. Instauri con lo Stato una seria vertenza e allora troverà i soldi necessari”.

Poi ci sono gli articoli dichiarati “inammissibili” dalla presidenza dell’Ars. “Nell’ambito dell’esame di ammissibilità degli articoli della Finanziaria – recita una nota della Presidenza dell’Ars – il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, ha dichiarato inammissibile l’articolo 33, relativo alle spese di comunicazione istituzionale per un importo di circa 3 milioni, perché estraneo all’oggetto della stessa Finanziaria”.

“Il presidente dell’Ars – prosegue la nota – ha eccepito anche sull’articolo 32, riguardante la pubblicazione di bandi sui quotidiani locali, mantenendolo all’interno del provvedimento, ma evidenziando la necessità si una riscrittura perché esplicitato in una formula precedentemente cassata dal commissario dello Stato”.

‘BOCCIATI’ 3 MILIONI PER LA COMUNICAZIONE – Nella prima delle due norme ‘bocciate’ si legge:“Al fine di assicurare la massima diffusione dell’informazione istituzionale, la Regione e gli Enti del settore pubblico regionale provvedono, nei limiti delle risorse disponibili a valere sui rispettivi bilanci, a pubblicare su almeno cinque quotidiani regionali aventi maggiore diffusione in numero di copie nella Regione, ovvero nella provincia ove ha sede l’Ente interessato, oltre che su un quotidiano on line e sul sito internet istituzionale, articoli di approfondimento e diffusione per i cittadini e gli operatori del settore sui provvedimenti adottati aventi interesse generale”.

Per il sostegno a questa iniziativa, il Governo ha stanziato una spesa di 3 milioni di euro. Ci chiediamo: perché su un solo quotidiano on line? Vero che la norna è stata ritenuta “inammissibile”, ma se dovesse essere riformulata non sarebbe più corretto distribuire le somme dell’on line a tutti i quotidiani sulla rete commisurando gli importi in base al numero di lettori certficati?

AVVISI E BANDI: LA FESTA E’ FINITA – Il secondo degli articoli cassati dispone la pubblicizzazione dell’ “informazione relativa agli avvisi e i bandi su un quotidiano nazionale e su cinque quotidiani regionali aventi maggiore diffusione, individuati facendo riferimento al numero di copie vendute nella provincia in cui l’appalto deve essere eseguito. Agli oneri economici per la pubblicità sui quotidiani – prosegue la nota – si provvede prevedendo apposita voce di costo inserita nel quadro economico dell’appalto”.

Ieri l’agenzia Adnkronos ha rivelato che il presidente dell’Ars ha ritenuto “inamissibile” anche l’articolo 45 del maxi-emendamento governativo – cioè della finanziaria – che avrebbe consentito la nascita dell’ “Autorità regionale per la vigilanza sui contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture”. Sarebbe stato il posto riservato a Tano Grasso, leader storico dell’antiracket siciliano.

Il “No” della presidenza dell’Ars è arrivato anche per la norma che prevede la presenza di under 35 nei Consigli di amministrazione. “Entrambi gli emendamenti – ha precisato il presidente Ardizzone – pur essendo condivisibili non sono palesemente oggetto di finanziaria. Possono invece fare parte di un disegno di legge autonomo”.

I “no” ad alcuni passi della manovra da parte del Pd e dell’Udc (il presidente Ardizzone è vicinissimo al coordinatore di questo Partito in Sicilia, Giampiero D’Alia) sono il segnale di nervosismo tra il presidente della Regione, Crocetta, e questi due schieramenti politici. Il segale, preciso, che senza un accordo politico – sulla manovra economica, ma non solo (si pensi alle poltrone nella sanità pubblica) in Aula ci sarà battaglia.

Sulla confusione che regna sovrana nel’Palazzo’ intervengono i parlamentari di centrodestra, Salvino Caputo e Giorgio Assenza che denunciano:”Il Governo continua ad apportare modifiche al maxi-emendamento inficiando le procedure di presentazione degli emendamenti”. I due deputati chiedono alPresidente dell’Ars, che come giàricordato è a Roma, di convocare i capigruppo e i presidenti delle Commissioni dell’Ars “per stoppare le continue modifiche, in corso d’opera, del maxi-emendamento del Governo”.

AUTOSTRADA SR-GELA – Lo stesso Assenza, insieme con i suoi compagno di Partito, Vincenzo Vinciullo e Marco Falcone, chiede all’assessore all’Economia, Luca Bianchi, e al dirigente del dipartimento Trasporti, Vincenzo Falgares, di reiscrivere in Bilancio le somme già previste per il completamento dell’autostrada Siracusa-Gela. Si tratterebbe di realizzare “due lotti compresi nella tratta Rosolini-Modica principalmente con i fondi di un finanziamento europeo pari a 282 milioni”. Soldi, osservano i parlamentari del Pdl, “che non si devono affatto perdere. “Anche perché – aggiungono i parlamentari – a parte la realizzazione dell’importante tratto viario, l’opera darà lavoro a due mila e 500 persone per due anni circa. La Regione deve compartecipare per una spesa limitata a 90 milioni di euro e di questa deve dar comunicazione alla Ue”.

‘CARROZZONE’ CERISDI – Lo stacanovista Caputo interiene anche in difesa del ‘Carrozzone’ Cerisdi. “Non possiamo assistere alla cancellazione di un Ente di prestigio come il Cerisdi – dice il deputato di centrodestra – centro di eccellenza e riconosciuto in ambito nazionale per l’elevata professionalità e per l’importanza dei servizi nella ricerca e nella alta formazione”. A nostro avviso, Caputo – che noi rispettiamo – e i parlamentari che appoggiano questa proposta stanno prendendo una cantonata. Il Cerisdi è uno dei tanti ‘Carrozzoni’ sostenuti con la Tabella H (e spesso con altri interventi) che non ha mai brillato per alcune ‘eccellenza’, a parte quella massonica degli ultimi anni. Già di massoneria ci basta quella europea del Fiscal Compact:non c’è bisogno di ‘sminnittiare’ altri soldi con il Cerisdi. Il presidente Crocetta, questa volta, ha ragione da vendere.

Il vice capogruppo del Pdl, il già citato Marco Falcone, attacca infine il Governo che starebbe tagliando ai Comuni siciliani 210 milioni di euro. “Agli enti locali – spiega Falcone – sono già stati apertamente cassati 100 milioni di euro, mentre sommano a 110 milioni gli accantonamenti negativi: cioè, soldi non veri. Per un totale reale di meno 210 milioni: un passo avanti verso la bancarotta dei Comuni”.

 

Redazione

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