Cercava di riorganizzare il clan e di rinsaldare i contatti con il ramo milanese della cosca Giuseppe Garozzo, 63 anni, storico capo dei Cursoti, noto nell’ambiente come Pippu ‘u maritatu. Un blitz antimafia dalla squadra mobile della Questura di Catania ha portato, la notte scorsa, al suo arresto e a quello di altre venti persone. La maxi-operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della locale Procura della Repubblica, ha fermato anche una ventina di presunti affiliati del rinnovato clan mafioso catanese. Un arresto è stato eseguito anche in Piemonte, dove la famiglia mafiosa, attiva anche al nord Italia, poteva fare affidamento su una base logistica. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti e detenzione di armi da guerra. Un vero e proprio arsenale, rendono noto dalla Procura, ritrovato in un garage del rione Antico Corso di Catania l’11 novembre 2011.
Pippu ‘u maritatu, scarcerato a fine 2010 dopo quasi 20 anni di detenzione e indicato tra i responsabili della guerra di mafia a Catania, iniziata nel ’91 e che in tre anni causò circa 300 morti ammazzati, è considerato dagli inquirenti il capo indiscusso di una delle frange più pericolose del clan dei Cursoti, quella catanese, separata dall’ominimo gruppo milanese con a capo Luigi Miano, detto Jimmy.
La volontà appena fuori dal carcere di rimettere in piedi la cosca, decimata da una sanguinosa faida interna e da due omicidi nel 2009 non deve essere risultata gradita agli esponenti dei clan rivali che hanno tentato di fare fuori Garozzo in un agguato del giugno 2011, in cui il boss è rimasto ferito insieme ad un’altra persona che si trovava con lui. Imputato in più processi ai Cursoti di Torino, Pippu ‘u maritatu fu arrestato in Germania il 27 novembre del 1991, dove ferì un agente di polizia durante una rapina. Su di lui pendeva già un ordine di custodia cautelare della magistratura di Catania.
Secondo gli inquirenti, che lo hanno tenuto sotto controllo con intercettazioni e telecamere per sorvegliare i suoi spostamenti, il boss voleva riorganizzare il suo gruppo, ma anche ricucire la spaccatura tra il gruppo dei Cursoti catanesi e quelli di Milano, per riprendere il potere. Per fare questo, serviva mettere insieme uomini e denaro. Così, Giuseppe Garozzo stava progettando rapine in una banca e in due gioiellerie, sventate però dall’intervento della squadra mobile di Catania. Dalle intercettazioni è emerso che i gioielli rubati sarebbero dovuti servire anche da regali alla compagna napoletana del superboss detenuto Salvatore Cappello. «La tensione saliva: riteniamo sia stato giusto intervenire subito, anche se le nostre valutazioni adesso dovranno passare al vaglio del Gip e del Tribunale del riesame», ha detto il procuratore capo di Catania Giovanni Salvi.
Soddisfazione per l’operazione antimafia della scorsa notte è arrivata dall’associazione AddioPizzo Catania che, con una nota diffusa alla stampa e su facebook, si complimenta con la Procura etnea. «Dopo loperazione Revenge che nellottobre del 2009 ha di fatto azzerato la cosca dei Carateddi, un ennesimo duro colpo è stato oggi inferto ad un’altra storica famiglia mafiosa. La migliore risposta a quanti sono soliti invocare, come alibi, lassenza dello Stato».
[Foto di ro_buk [I’m not there]]
Negli scorsi mesi INAIL, Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ha pubblicato…
Per sfuggire all'arresto un 42enne, sorpreso dai carabinieri a spacciare nei pressi di piazza Alcalà,…
Antonino Pizzolato, medaglia di bronzo alle olimpiadi di Tokio 2020 e Parigi 2024 nel sollevamento…
Investe una persona, ma non si ferma a soccorrerlo. Ad Aci Sant'Antonio, in provincia di…
La guardia di finanza di Catania ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal…
Un giovane di 37 anni ha perso il controllo della sua Audi A3 ed è…