Morto a dieci mesi per i postumi di un contagio da morbillo che sarebbe stato contratto dalla madre infetta e non vaccinata per questa malattia. La tragedia è avvenuta questa mattina all’ospedale Garibaldi vecchio di Catania. La vittima, all’inizio di marzo, è stata ricoverata per alcune complicanze dovute a una broncopolmonite. Successivamente, il 16 marzo, il bimbo è stato dimesso dal nosocomio e rimandato a un controllo da effettuare dieci giorni dopo. Alla fine del mese scorso, giorno 27, si è però reso necessario un nuovo ricovero ad Acireale e, successivamente, il 4 aprile, il trasferimento al Garibaldi. Le sue condizioni sarebbero peggiorate rapidamente nonostante il ricovero nell’unità operativa di Rianimazione.
Il paziente, come fanno sapere all’Ansa i vertici del nosocomio etneo, «non era nell’età per potere essere vaccinato e, quindi, ha contratto l’infezione da chi vaccinato non era. Questo deve essere di monito affinché tutti capiscano che vaccinandosi, si protegge non solo se stessi ma tutta la comunità», spiega Sergio Pintaudi, direttore del reparto di Rianimazione. Adesso, con ogni probabilità, sarà l’autopsia a chiarire ogni eventuale dubbio.
Con quello di oggi, salgono a due i decessi per morbillo registrati dall’inizio dell’anno a Catania. A fine marzo aveva perso la vita la 25enne Maria Concetta Messina dopo tre giorni di ricovero. La donna, affetta da morbillo, era deceduta per complicanze respiratorie. I familiari hanno presentato una denuncia ai carabinieri per verificare se ci siano state eventuali negligenze nelle cure.
Un altro caso risale a settembre del 2017. A morire, in quell’occasione, era stato un uomo originario di Agrigento che era stato trasferito al Ferrarotto di Catania. Il paziente, affetto da Aids in fase terminale, aveva contratto il morbillo. Nei primi due mesi del 2018 sono stati 411 i casi di morbillo registrati in Italia, di cui 188 nel mese di gennaio e 223 nel mese di febbraio. Secondo gli ultimi dati del report dell’Istituto superiore di Sanità, tra le 16 regioni che hanno fatto segnalazioni, l’80 per cento dei casi si è verificato in quattro di esse: al primo posto proprio la Sicilia con 177 casi, seguita da Lazio (108), Calabria (36), e Toscana (20). L’Isola ha riportato l’incidenza più elevata con 21 casi ogni 100mila abitanti.
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