Un tira e molla tra amministrazione e Consiglio, andato avanti per quattro ore, rotto solo dalla sospensione dei lavori d’aula per mancanza del numero legale dei presenti. Al vaglio dei componenti del senato cittadino ci sono, ormai da due giorni, le delibere sul Documento unico di programmazione (Dup), l’atto sulla verifica degli immobili da destinare a residenza, attività produttive e terziare, l’elenco degli immobili di proprietà comunale da vendere e valorizzare entro il 2017, e il programma triennale delle opere pubbliche. Ovvero tutti i documenti propedeutici per l’approvazione del bilancio di previsione 2017-2019, penultimo punto in lista, da votare per legge entro il 31 marzo. Atti importanti che, però, sono arrivati al voto senza avere effettuato passaggi ritenuti dovuti dai consiglieri. I quali non mancano di sottolinearlo a più riprese, sia dagli scranni della maggioranza che da quelli dell’opposizione.
Al bilancio previsionale, infatti, mancherebbero i pareri delle commissioni consiliari al Bilancio e Partecipate, mentre al Dup quelli delle Municipalità alle quali, peraltro, non è stato trasmesso. È per questa ragione che prima il consigliere di maggioranza Niccolò Notarbartolo (Partito democratico) e poi quello di opposizione Manlio Messina (Fratelli d’Italia) mettono ai voti l’impossibilità di proseguire la riunione. «Il Dup non è segnato, all’interno del regolamento, tra gli atti che necessitano del parere obbligatorio delle Municipalità», replica il responsabile del procedimento, il ragioniere generale Massimo Rosso. «Certo, perché il regolamento è nato quando le Municipalità ancora non c’erano», lo redarguisce il consigliere di maggioranza Niccolò Notarbartolo. Il quale, poco dopo, dichiara di uscire dall’aula e seguirne da fuori i lavori perché le delibere non hanno rispettato i termini per l’espressione dei pareri obbligatori.
Un fatto su cui si trova d’accordo anche la presidente del Consiglio, Francesca Raciti, che dichiara: «Il Dup è improcedibile così. Non posso permettere che l’aula si assuma la responsabilità di votarlo». Un’affermazione, dopo la quale, le sospensioni dei lavori sono molto frequenti, così come le tensioni. A contribuire, in particolare, è il rinnovo dei contratti dei precari comunali, vincolato proprio all’approvazione del bilancio entro il 31 marzo, che pesa come una spada di Damocle sui consiglieri. Poco prima delle ore 22, quando in aula resta solo una manciata di consiglieri a esprimersi sulla richiesta di Giovanni D’Avola, capogruppo del Pd, di continuare la riunione lunedì prossimo, manca il numero legale. Verosimilmente, secondo alcune fonti, il Consiglio verrà convocato a inizio settimana come seduta straordinaria.
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