Bilancio e Finanziaria 2015: probabile rinvio al 7 gennaio  L’Ars approverebbe subito il solo esercizio provvisorio

Bilancio e Finanziaria 2015: con molta probabilità, tutto verrà rinviato al 7 gennaio del prossimo anno. Oggi si dovrebbe riunire la Commissione Bilancio e Finanze. Riunione formale convocata per fissare il termine di 24 ore per la presentazione degli emendamenti.

Il vero appuntamento è per domani, quando, con molta probabilità, si dovrebbe riunire la conferenza dei capigruppo. Improbabile che si decida di proseguire i lavori parlamentari, anche perché non c’è alcuna intesa su come andare avanti.  

Nelle conferenze stampa separate tenute dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei (prima) e dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta (dopo) è emersa solo la confusione di un Governo regionale che non ha nulla di pronto. E dunque non si capisce che cosa dovrebbe discutere e approvare Sala d’Ercole. 

Crocetta e Baccei non hanno ancora un programma d’Aula. Idem il parlamentare nazionale del Pd, Davide Faraone, ex leader dei renziani siciliani (ex, perché molti renziani dell’Isola non gli riconoscono più questa leadership, ammesso che l’abbia mai avuta), che ieri è intervenuto nel dibattito politico siciliano ipotizzando riforme, ma non spiegando come dovrebbero essere fatte. E dicendo che Baccei starebbe facendo chiarezza sui conti. 

Faraone non era presente alla conferenza stampa di Baccei. E quindi non sa che l’assessore si è rifiutato persino di quantificare il buco del Bilancio regionale. Confessando inoltre di non conoscere la reale situazione delle società partecipate dalla Regione. 

Due le cose dette invece con chiarezza da Baccei. Prima cosa: il buco finanziario non è stato provocato dalle Aziende sanitarie provinciali e dalle Aziende ospedaliere siciliane, che sono sane. Secondo: a maggio non ci saranno i soldi per pagare gli stipendi se non si metterà mano alle riforme, cioè ai tagli. 

La seconda cosa detta da Baccei è vera solo in parte. Perché, leggendo il Bilancio si scopre che i soldi per la sanità, per i dipendenti regionali e per l’Ars ci sono per tutto il 2015. I soldi mancherebbero da maggio in poi per tutte le altre categorie sociali.      

Che succederà, allora? Oggi, come già accennato, non succederà nulla. E nemmeno domani dovrebbe succedere qualcosa, a parte – ma non è detto – l’esercizio provvisorio. Tutto dovrebbe essere rinviato al 7 gennaio, perché il Governo non ha ancora deciso tra due opzioni: presentare un unico disegno di legge con norme finanziarie e riforme in vari settori (in pratica un polpettone omnibus) o presentare la manovra (Bilancio e Finanziaria 2025) accompagnata da più disegni di leggi collegati, da esaminare ad uno ad uno.

La prima strada – che il governatore Crocetta vorrebbe percorrere chiamando il polpettone omnibus Legge salva-Sicilia – sembra impercorribile, perché andrebbe in deroga a quanto il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha stabilito ad inizio di questa legislatura: niente leggi omnibus. 

La seconda strada è la più logica per almeno due motivi. Primo: perché darebbe modo ad ogni Commissione legislativa di merito di analizzare nel dettaglio le riforme del settore di propria competenza. Secondo: poiché si tratterà di rivisitare migliaia di posti di lavoro tra precari e forestali, ebbene, questo non potrà essere un argomento da trattare in pochi giorni. 

Insomma, le riforme propugnate da Baccei e da Faraone impegneranno l’Ars per almeno un mese. Con molta probabilità, la soluzione potrebbe essere la seguente: prima l’approvazione dell’esercizio provvisorio e poi Bilancio e Finanziaria con le riforme in appositi disegni di legge collegati alla manovra economica e finanziaria.

Resta da capire come approvare l’esercizio provvisorio per i prossimi quattro mesi. Il Governo vorrebbe che Sala d’Ercole approvasse prima il disegno di legge sull’ennesimo mutuo da 2 miliardi di euro. Passaggio complicato, se è vero che è già stato appurato che il buco finanziario di cassa della Regione – che supera i 5 miliardi di euro – è stato provocato, in massima parte, da Roma. Per quale motivo famiglie e imprese siciliane dovrebbero indebitarsi se il responsabile è il Governo nazionale? 

  

Redazione

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