Un fiume di parole quasi ininterrotte, per un’ora. Sono quelle che il sindaco Enzo Bianco ha riversato sulla sua diretta Facebook: il primo di una serie di appuntamenti di questo genere, in cui – promette – si darà da fare per rispondere a tutte le domande dei cittadini. E annuncia anche, a un anno dalla fine del suo mandato, l’intenzione di ricevere i cittadini direttamente all’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Catania. Perché il dialogo sia anche di persona, e non soltanto digitale. Ma le difficoltà del primo cittadino, alle prese con quello strumento per la prima volta, non sono passate inosservate. Le ha sottolineate lui stesso, scusandosi a più riprese per l’impossibilità di stare dietro al flusso continuo di commenti che arrivavano dai cittadini. Alla fine, in 56 minuti, saranno oltre 1200. Un numero enorme, anche per il più abile dei comunicatori. Però, come suggerisce a MeridioNews l’esperto di comunicazione Alessio Baù – noto per avere gestito i canali social di Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, -, affinché un appuntamento simile sia davvero utile, è necessario che tutte le domande trovino risposta. Di sicuro quelle più sentite. Per questo motivo abbiamo selezionato quelle reiterate da più persone e che toccano temi di più stringente attualità, in modo che sia più semplice replicare non dovendole andare a ricercare una per una.
Uno dei temi toccati da Bianco è il nodo del tondo Gioeni. Mentre il primo cittadino anticipa un sopralluogo necessario a comprendere lo stato di avanzamento dei lavori, sono diversi i catanesi che gli domandano come risolvere l’annosa questione del traffico. Peggiorato dopo la chiusura di una parte della carreggiata per realizzare il muro con fontane monumentali da un milione di euro, ma in realtà piuttosto caotico anche prima dell’avvio del cantiere. «Dopo il completamento sarà una bellissima piazza cittadina», sostiene il sindaco. E a proposito di piazze: piazzale Sanzio, piazza Europa, piazza Castello Ursino, piazza Risorgimento, piazza Vicerè, piazza Teatro Massimo, piazza Santa Maria di Gesù e piazza Verga. Sono quelle in cui i catanesi segnalano incuria e degrado, chiedendo i motivi per i quali non si intervenga.
Al tema dei disservizi fanno riferimento anche le domande a proposito delle discariche urbane. Alcune delle quali individuate in punti in cui a occuparsi della raccolta differenziata – porta a porta – è lo stesso Palazzo degli elefanti. Oltre alla microdiscarica di via Grotte Bianche, più volte segnalata anche da MeridioNews, ne viene segnalata anche un’altra in via Rosso di San Secondo. Ci sarebbe poi da prestare attenzione al quartiere di Picanello e a tutta la zona industriale, vera e propria appendice urbana del capoluogo etneo. Di pulizia si parla anche quando si avanza la richiesta di incrementare il numero di cestini gettacarte in giro per la città. Una battaglia di civiltà fatta propria dal sindaco Leoluca Orlando, a Palermo, che ne ha aggiunti a migliaia nel capoluogo di Regione. Al primo cittadino catanese vengono poi segnalate la necessità di nuove bambinopoli e il bisogno di ripristinare quella di via Aurora, che sarebbe stata vandalizzata.
Ai catanesi, poi, importa anche della mobilità: se il car sharing pare essere una buona idea da incrementare, che fine ha fatto il bike sharing? Quello del porto, che doveva essere pronto entro Natale 2014, è passato da un vertice all’altro dell’Autorità portuale senza che si trovasse il modo di farlo partire. Per chi invece avesse bici proprie da usare, la richiesta è di poterle portare a bordo degli autobus. Su questo tema, il sindaco Bianco ha rimandato all’acquisto di nuovi veicoli per l’Azienda metropolitana trasporti, ma con riferimento prevalente ai mezzi che andranno a integrare la rete del Brt, l’autobus veloce. Su quest’ultimo punto, resta aperto il tema della fermata di via Ala: sarà mai ripristinata? Se sì, quando? E in che modo?
Una richiesta ulteriore ha a che fare con la metanizzazione della città. Quando sarà ultimata? Il tema è tornato di attualità con l’esplosione che ha causato il crollo della palazzina di via Crispi. Pare causato da una fuga di gas proveniente da una bombola. All’epoca si era tentato di fare il punto sulla copertura della rete del metano nel capoluogo etneo: allo stato attuale dovrebbe essere ferma al 70 per cento. Ma i dati non sono certi né è chiaro se e quando riprenderanno i lavori. Ultimo punto al quale Enzo Bianco non ha ancora avuto modo di rispondere riguarda la consigliera comunale Erika Marco, che da sempre appoggia la maggioranza: sua madre, suo padre, sua sorella e suo zio sono coinvolti nella vicenda della distrazione di fondi dall’istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania. Milioni di euro che sarebbero stati sottratti al conservatorio e che in parte venivano anche dalle casse del municipio. Il sindaco aveva parlato di un «cancro estirpato», glissando però sul nome della sua consigliera.
Nota a parte meritano le risposte date: sul pronto soccorso del Policlinico di Catania, per esempio, il primo cittadino dice, prima di parlare del San Marco, che è «già in parte aperto e funzionante». Informazione smentita dal direttore generale dell’azienda sanitaria Paolo Cantaro: «È pronto ma assolutamente chiuso», precisa il dirigente. Tecnicamente imprecisa è anche la risposta sulla riduzione dei fitti passivi, cioè quanto il Comune paga per le sedi degli uffici. Il risparmio al quale fa riferimento il primo cittadino, però, non è tutto farina del sacco dell’amministrazione. Nella legge di stabilità del 2015 il governo ha previsto che le spese degli uffici giudiziari non fossero più a carico dei Comuni (e poi rimborsate dallo Stato) bensì del ministero della Giustizia. È così che il capoluogo etneo si è trovato a potere conservare oltre due milioni 263mila euro l’anno. «Abbiamo aperto un parco avventura al boschetto della Playa», sostiene ancora Enzo Bianco. Una storia, però, che comincia con una serie di lungaggini burocratiche durate anni.
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