C’è chi lo chiama «Niccolò, con due c» e finge il suo arresto per lesa maestà. E chi lo battezza Notarrobin, scudiero di Berretman, l’alter ego in calzamaglia dell’ex sottosegretario Pd catanese Giuseppe Berretta. In ogni caso, è il consigliere comunale democratico Niccolò Notarbartolo il protagonista della settimana politica al Comune di Catania. Dopo la denuncia dell’affitto da 480mila euro da parte dell’amministrazione di un immobile fatiscente – con conseguente sopralluogo – di proprietà della nota famiglia Tregua, si era aperto il cielo. L’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando aveva risposto tuonando contro il consigliere. E in molti sorridevano immaginando il liotro a testa in giù, per meglio comprendere le dinamiche di un palazzo in cui maggioranza e opposizione sono concetti sempre più liquidi. Eppure questa non è certo la prima denuncia del consigliere che ha sempre rivendicato il suo ruolo di controllo. Tra una pallottola del fuoco amico e i video di satira – così dicono – che negli ultimi giorni si susseguono online da entrambe le parti.
Il video pro-Berretta – CasaBianco
In principio sono la collega Maria Ausilia Mastrandrea, consigliera comunale in quota Con Bianco per Catania, e Concetta Raia, deputata regionale Pd, a mettere a posto Notarbartolo, difendendo l’unità di una maggioranza con troppi cerotti. Dopo arriva il primo video, con un tirannico Bianco-Hitler che strapazza i suoi uomini – su tutti l’assessore alla Cultura Orazio Licandro, ormai meglio noto come l’«assessore con 30 voti» – per non aver arrestato la minaccia Berretta. Minaccia a dire il vero non troppo consistente – se non per il tramite di Notarrobin, appunto – come fa notare il video di risposta dei supporter del sindaco. Le mirabolanti avventure di Berretman, «cavaliere senza macchia, senza paura, senza assessorati, senza sotto-segretariati, senza capigruppo, senza elettori. Insomma, senza niente». Forse l’unica battuta – insieme a quella sui sempiterni fuochi d’artificio della ditta Vaccalluzzo – che vale il tempo speso. Al contrario dell’articolo comparso sul sito Iene sicule, che non ha fatto ridere solo la madre del consigliere Notarbartolo, sinceramente preoccupata di un eventuale arresto del figlio. Gli altri commentatori erano intanto impegnati a stabilire la qualità della arance siciliane da portare al presunto recluso. Ed è strano che nessuno abbia nominato i Tarocchi.
Il video pro-Bianco – Berretman e Notarrobin
La sfera di cristallo ce la mette il collega Alessandro Messina con un comunicato di solidarietà a Notarbartolo. «Il Consiglio comunale è un organo eletto che tra i suoi compiti ha quello di controllare e verificare anche ciò che fa l’amministrazione – scrive il consigliere – Non ci sembra opportuno, quindi, sminuire questa prerogativa del Consiglio né squalificare l’operato dei singoli consiglieri comunali, che devono agire in virtù del mandato che hanno ricevuto direttamente dagli elettori». Messina è uno dei tre consiglieri, ex gruppo Misto – insieme a Carmelo Coppolino, ex Grande Catania, e Salvo Spadaro, ex con Bianco per Catania – che alla fine dello scorso anno hanno creato il nuovo gruppo Catania futura. Tecnicamente di maggioranza. Due i padri nobili: il deputato regionale Nicola D’Agostino e l’ex assessore regionale alle Infrastrutture Nico Torrisi. Quasi in contemporanea, alla Regione, Articolo 4, il gruppo fondato da Lino Leanza, si scinde e prende vita Sicilia democratica. E il tempismo nei natali non sarebbe l’unico punto di contatto tra i due movimenti, in vista delle prossime elezioni amministrative in alcuni Comuni. Una presunta alleanza che coinvolgerebbe anche parte del Pd. Quale parte, finora, non era dato sapere. Almeno fino al comunicato di solidarietà di Messina nei confronti di Notarbartolo, che è stato letto da alcuni come un segnale di interesse da parte di Catania futura per i berrettiani in cerca d’autore.
E tra mantelli di supereroi e baffetti di dittatori, a nessuno sembra interessare la questione dell’affitto comunale. «Non conosco a fondo la vicenda ma per me questa resta una bagarre interna al Pd che lascia il tempo che trova – commenta Manlio Messina, a capo del gruppo d’opposizione Area popolare – Bianco pur di non rispondere direttamente a Berretta mette di mezzo un consigliere». Lui, l’innominabile persino dall’opposizione, Notarbartolo. Che prende una bordata conto terzi anche da Messina: «L’opposizione ha sempre mantenuto un profilo costruttivo perché non ci interessa demolire Bianco, ma pensare alla città – conclude -. Forse abbiamo poca visibilità, magari Berretta ce l’ha perché è un parlamentare nazionale e noi che siamo dei tinti consiglieri comunali no». Intanto a palazzo degli elefanti c’è ancora qualcuno che non ha visto i video della discordia: Giuseppe D’Avola, capogruppo Pd in consiglio. «Ne ho solo sentito parlare», giura.
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