COSI’ LE FORZE POLITICHE SICILIANE COMMENTANO LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORE REGIONALE ALL’ECONOMIA DELLA GIUNTA CROCETTA
Sono tante le reazioni alle dimissioni dell’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi. Dimissioni che – almeno fino a questo momento – sembrano vere (Bianchi si è già dimesso una prima volta, ma poi ci ha ripensato).
In un comunicato congiunto Marco Falcone e Vincenzo Figuccia, esponenti del gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars: Prendendo atto che le dimissioni dellassessore Bianchi certificano il fallimento dellazione amministrativa del Governo Crocetta, auspichiamo che il Governatore si affretti a creare le condizioni per unazione di Governo seria e concreta. Il timore, purtroppo, è quello che il Presidente, in un momento di difficoltà e confusione in cui si trova, possa essere facilmente condizionato dai ricatti di alcuni gruppi di Parlamentari a lui alleati e, cedendo, oggi, alle loro lusinghe, domani rischia il totale naufragio del suo Governo”.
“Al di là del danno per Crocetta – aggiungono Falcone e Figuccia – a noi stanno particolarmente a cuore i timori per le ricadute negative che subirebbe la Sicilia.
I deputati del Movimento 5 stelle all’Ars tornano ad invocare le dimissioni di un esecutivo fallimentare, ricco di proclami, ma povero di fatti.
E’ fallita la linea economica di un governo, ora completamente senza bussola e pronto a brancolare nel buio – si legge in un comunicato dei grillini di Sala d’Ercole -. Le rivoluzioni annunciate da Crocetta non hanno partorito nemmeno il classico topolino, anzi, il Governo si accinge a spegnere il lume della speranza per i prossimi lustri, pianificando un mutuo che paralizzerà l’economia dell’Isola per i prossimi trent’anni. La retromarcia di Bianchi, che segue la batosta del commissario dello Stato sulla Finanziaria, è una una nuova bocciatura senza appello. Non tenerne conto sarebbe uno schiaffo, l’ennesimo, ai siciliani, che aspettano provvedimenti veri per tenere in piedi le imprese e i bilanci familiari.
Per il Movimento 5 stelle, il fallimento di Crocetta è anche il fallimento di una maggioranza impalpabile e, soprattutto, di un PD che per stessa ammissione di Bianchi ha seguito il Governo con intermittenza, ma che balza puntualmente agli onori della cronaca per episodi censurabili. Come dimostra il freschissimo caso di Francantonio Genovese, il parlamentare nazionale del PD per il quale la magistratura ha chiesto l’arresto.
La richiesta di rinvio a giudizio di Genovese sostengono i parlamentari è la lapalissiana testimonianza, ove ce ne fosse ancora bisogno, di un sistema della Formazione da ripensare in toto
Per l’emanazione del Piano formativo della Formazione relativo agli anni 2014 e 2015 il gruppo parlamentare all’Ars ha intanto presentato una mozione che vede come prima firmataria Valentina Zafarana.
A Genovese, intanto, i deputati chiedono un ulteriore passo indietro: L’autospensione annunciata non basta, deve dimettersi.
Sulle dimissioni dell”assessore Bianchi interviene anche il presidente di Legacoop Sicilia, Elio Sanfilippo,
Le dimissioni dellassessore Bianchi – dice Sanfilippo – non possono essere spiegate solo con il mancato esame del disegno di legge sui pagamenti ma sono anche il frutto di una crisi di progettualità del Governo e della maggioranza per affrontare la drammaticità della situazione economica e sociale dellIsola.
Per Sanfilippo, si tratta di una crisi di progettualità che coinvolge non solo la politica, ma anche il sistema delle imprese e del mondo del lavoro. Abbiamo da tempo sostenuto come Legacoop che dopo una prima fase fortemente positiva caratterizzata dalla destrutturazione del sistema clientelare e affaristico occorreva passare alla fase costruens, guardando alle forze più dinamiche della società siciliana interessate a uscire dallassistenzialismo. Auspichiamo che le dimissioni di Bianchi siano loccasione per riaprire una riflessione e una discussione seria e rigorosa sul futuro della Sicilia e della Regione.
“Sulla vicenda interviene anche il parlamentare regionale del Cantiere Popolare Pid, Toto Cordaro.
“Spiace constatare – dice Cordaro – che una persona per bene qual è l’ex assessore Bianchi abbia pensato di poter concretamente affrontare e risolvere i temi economici della Sicilia confidando nel PD siciliano. Al netto della tanto strombazzata rivoluzione crocettiana, della quale ancora si attendono gli effetti, Bianchi non poteva non sapere che il PD che avrebbe dovuto sostenerlo è lo stesso che ha governato la Sicilia con l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo”.
“Immaginare discontinuità di azioni politiche e amministrative da se stessi – chiosa Cordaro – poteva essere, al massimo, puro esercizio di retorica. E d`altronde che il PD sia abbarbicato alle poltrone e al potere lo dimostra da ultimo quanto accaduto ieri. Mentre in Assemblea regionale si affrontava un tema strategico e decisivo per la ripartenza dell’economia della nostra Isola, la classe dirigente del PD preferiva litigare con Crocetta per uno o due strapuntini nella Giunta. Questo è il PD della rivoluzione, con buon pace della disperazione dei siciliani ai quali noi continueremo a dimostrare il ruolo di una opposizione responsabile di Centrodestra nel loro esclusivo interesse”.
Le dimissioni di Bianchi vengono commentate anche dalla segreteria regionale della Fisac Cgil.
Le dimissioni dellassessore allEconomia Luca Bianchi – si legge nel sindacato dei bancari della Cgil siciliana – non fanno che aggiungere nuovi elementi di incertezza per il futuro dellisola. Non solo nei confronti dei creditori ma, più in generale, nel rapporto con gli istituti bancari che hanno già notevolmente ridotto il credito alle amministrazioni pubbliche, alle famiglie e alle imprese.
Proprio stamattina, ad Agrigento, dove è in corso il congresso della Fisac Cgil siciliana, sono stati snocciolati i dati sul credito in Sicilia che negli ultimi due anni hanno visto una contrazione del 6,7 per cento rispetto alle pubbliche amministrazioni.
Il credito nei confronti delle famiglie produttrici, nello stesso periodo, è invece passato dal 2,9% al -3,9% e nei confronti delle famiglie consumatrici dal 4,2% al -1,2%. Nei confronti delle piccole imprese, dal 2,9% al -3,7% e nelle medie e grandi imprese dal 5,9% al -3,1%.
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