Beppe Grillo in camper a Misterbianco «La Sicilia non ha più bisogno dell’Italia»

Dopo essere sbarcato in Sicilia attraversando a nuoto lo stretto di Messina, Beppe Grillo ha iniziato il suo tour elettorale dell’isola in vista del 28 ottobre, giorno in cui si sceglierà il nuovo presidente della Regione e la nuova assemblea. Ieri tre tappe: Misterbianco, Acireale e Giardini Naxos. Con circa un’ora di ritardo, complice anche la pioggia, Grillo è arrivato a Misterbianco intorno alle 17 a bordo del camper bianco e giallo del Movimento 5 stelle. Ad attenderlo il candidato alla presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri, molti giovani candidati del movimento che per la prima volta intraprendono una campagna elettorale e una folla di curiosi.

Non moltissimi a dir la verità, tanto che Grillo, dopo aver corso in stile Forrest Gump per le stradine del centro, è rimasto un po’ sorpreso nel vedere piazza XXV aprile, dove è stato montato il palco per il comizio, semivuota. «Ma qui non c’è nessuno», dice perplesso agli attivisti locali che lo accompagnano. «Girati, sono tutti dietro di te», gli rispondono. Mentre il leader sale sul palco, la piazza si riempie, anche se rimangono angoli vuoti. «Vedo che oggi mi guardate con occhi diversi – esordisce Grillo – e già questo è un miracolo. Per le amministrative di Palermo è venuta tanta gente ad ascoltarmi, ma mi osservavano come per dire: Ma che minchia stai dicendo? Tanto qui non cambierà mai niente».

Alle sue spalle ci sono i candidati del movimento, alcuni giovanissimi come Santina Raciti, 21 anni e Gianina Ciancio, 22. Entrambe di Catania, la prima gestisce insieme alla famiglia un bar in via Ventimiglia. La seconda si è diplomata al conservatorio e tra poco si laureerà in scienze ambientali. «Siamo state scelte dopo una lunga fase di primarie – spiega Ciancio, che ci tiene a precisare di non avere legami famigliari con l’editore del quotidiano La Sicilia – abbiamo messo i nostri curricula online e abbiamo votato tutti all’assemblea regionale che si è svolta a Palermo». Grillo confessa di non conoscerli. «Li sto incontrando ora per la prima volta – urla dal palco – mi hanno paragonato a Mao Tze Tung e Mussolini, ma io sono nel movimento per far rispettare tre semplici regole: i nostri candidati devono essere incensurati, se eletti non devono restare in carica più di due legislature e devono avere uno stipendio che non superi i 3mila euro».

Scherza sulla mafia, «portata dagli americani», e che oggi fa affari al nord. «La sconfiggeremo portandola sul mercato, quotandola in borsa e imponendole l’Irpef». Quindi allarga lo sguardo all’Europa dove movimenti di estrema destra stanno approfittando della crisi economica per incrementare i consensi. In Grecia con Alba Dorata, in Ungheria, e in Francia. «Noi in Italia stiamo riempiendo questo spazio – spiega – se non ci fossimo noi, ci sarebbe la guerra civile». Se la prende col premier Mario Monti – «da quando c’è lui tutti i dati sono peggiorati, eppure lo spread è diminuito» – e con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, «che ci costa 242 milioni di euro all’anno ed ha 80 giardinieri». Quindi la rivendicazione a sfondo autonomista: «L’Italia ha bisogno della Sicilia, ma la Sicilia può fare a meno dell’Italia. Questa regione morirà di credito, non di debito, perché lo Stato deve dare 1 miliardo di euro alla Sicilia e 5 miliardi agli imprenditori siciliani».

Dopo più di un’ora di comizio, Grillo lascia la parola a Cancelleri e si avvia di nuovo verso il camper. Destinazione Acireale. La folla si disperde. Luca, studente universitario, rimane ancora qualche minuto nella piazza. «Non mi piace Grillo, farebbe meglio a lasciare più spazio ai suoi candidati. Prima che ufficializzassero le alleanze, non sarei mai venuto qui. Avrei votato per il Pd, ma l’apparentamento con l’Udc mi ha deluso molto. Per chi voterò il 28 ottobre? Non lo so ancora, vediamo…». La sensazione è che il Movimento 5 stelle oggi abbia conquistato almeno un’altra preferenza.

Salvo Catalano

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