Per il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi il rischio di delegittimazione per un magistrato che viene coinvolto in indagini «c’è sempre». Il riferimento è all’inchiesta per corruzione, induzione alla concussione e abuso d’ufficio della Procura di Caltanissetta che coinvolge giudici, magistrati e amministratori giudiziari per l’assegnazione di incarichi e la gestione dei beni sequestrati alla mafia. Per Lo Voi, ad ogni modo, «ciò non significa che tutti quanti non dobbiamo fare il nostro dovere» e, incalzato dai cronisti, invita comunque alla cautela: «Su questo argomento – dice – io stesso ho dato la consegna alla prudenza».
Poi, tra le varie ipotesi prese in considerazione dopo il clamore mediatico prodotto dall’inchiesta sui beni confiscati, riguardo un’anagrafe pubblica sugli affidamenti degli incarichi per la gestione dei beni sequestrati alla mafia, per evitare conflitti di interesse di giudici e magistrati, aggiunge: «Credo che esista già, il Csm parecchi anni fa aveva avviato una anagrafe anche patrimoniale. Ricordo che io stesso comunicai l’acquisto di un’auto».
Un input alle indagini della Procura di Caltanissetta sulla gestione e assegnazione dei beni sequestrati alla mafia che coinvolge giudici, magistrati e amministratori giudiziari è arrivato anche dalla Procura di Palermo. A parlare di «segnalazioni» all’ufficio di Caltanissetta è lo stesso procuratore capo di Palermo, a margine di un convegno in ricordo del magistrato Gaetano Costa assassinato dalla mafia 35 anni fa.
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