Ha iniziato a insegnare all’università di Catania agli inizi degli anni ’90 ed è stato preside della facoltà di Lettere e filosofia per sette anni. Qualche giorno fa proprio a Enrico Iachello – oggi docente del dipartimento di Scienze umanistiche – è toccato rimuovere i sacchetti di spazzatura che qualcuno aveva depositato su una porta dell’ex Monastero dei Benedettini, la monumentale sede universitaria etnea patrimonio dell’Unesco. Una situazione «vecchia» che Iachello ha denunciato più volte anche attraverso i social network. Ma alla quale però non è seguita alcuna risoluzione da parte dell’amministrazione. La stessa che ha variamente spostato i cassonetti dei rifiuti della zona in un balletto dei bidoni che si è concluso con la loro definitiva sistemazione in via Santa Barbara. Proprio a pochi passi da dove sono stati abbandonati i sacchi raccolti da Iachello. «È stato un gesto di pietas (dal latino compassione, ndr) verso un luogo per me sacro: qui ho studiato, fatto il preside e insegnato», spiega.
Il professore universitario si trova a passare da via Teatro greco quando nota l’ingresso laterale del monumento di piazza Dante sbarrato dalla spazzatura. «Decido di comprare guanti e buste di plastica per raccogliere tutto e rimuoverlo da lì», racconta. Un lavoro al quale segue la ricerca dei bidoni pubblici dove buttare i rifiuti. «Ho impiegato circa un’ora e mezza a fare tutto, con le persone che mi fermavano chiedendomi chi fossi e cosa stessi facendo. Aggiungendo, subito dopo la mia spiegazione – prosegue Iachello – che la sera stessa le cose sarebbero tornate come prima, cioè sporche».
A destare ancora più rabbia è un’altra scoperta, ovvero «la presenza di feci sulla porta», dichiara. «È uno scempio e da allora non faccio che chiedermi cosa si possa fare per educare contro simili comportamenti», continua. «Si tratta di una questione di appartenenza ai luoghi: sarebbe il caso di insegnare alle persone che siti del genere sono anche loro e quindi vanno rispettati», dichiara.
Un processo di educazione che deve, secondo l’ex preside della facoltà di Lettere e filosofia catanese, essere incentivato anche dall’amministrazione comunale. Che, dice: «In materia di rifiuti qualche problema ce l’ha: girando la città non è inusuale trovare per strada pure materassi». Ma la responsabilità del Comune va di pari passo con «la coscienza del cittadino». «Quando ho visto la porta ripulita dalla spazzatura mi sono commosso: ho ripensato al professore Giuseppe Giarrizzo, il mio maestro, che del recupero dei Benedettini è stato artefice anche solo quando si chinava nei corridoi a raccogliere una cartaccia», ricorda. «Io non ho sollevato il caso perché cerco qualche medaglia ma perché spero che il mio gesto possa almeno fare riflettere su un dato: non si butta la spazzatura davanti alla porta dell’ex Monastero».
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