Nei giorni scorsi abbiamo invitato il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a lanciare un segnale forte. Lo abbiamo fatto perché un incendio – l’incendio della discarica di Bellolampo – non può passare sotto silenzio. Così come non può passare sotto silenzio che, sempre a causa del’incendio di Bellolampo, in città l’immondizia non venga raccolta.
Il nostro non era un attacco al Sindaco. Perché sappiamo che il Comune non gestisce la discarica di Bellolampo. Che è gestota da commissari che dipendono dal Governo nazionale e, segnatamente, dal Ministero dell’Economia.
Detto, questo, qualcosa bisogna fare. Ieri, come abbiamo documentato in un articolo, mezza città è stata invasa dalla cenere. Tutti di chiediamo se, in questa cenere che respiriamo – e che finisce in parte dentro le nostre case, visto che ha invaso i nostri balconi – ci siano sostanze tossiche, a cominciare dalla diossina. Non ci sembra una richiesta sbagliata. Di sbagliato, in questa storia, c’è la mancanza di informazione alla popolazione.
Fino a ieri la discarica di Bellolampo eruttava cenere. E, con molta probabilità, la situazione non è cambiata stamattina. Vorremmo capire. Anche se alcune cose le abbiamo già capite: a cominciare dalle pesanti responsabilità del Governo nazionale e, in particolare, del Ministero dell’Economia.
Chiedere ai palermitani di pagare la tassa sui rifiuti, in queste condizioni, ci sembra quasi comico.
In questa fase i palermitani debbono, invece, cominciare a pensare a un’azione pubblica – cioè a una class action – contro chi si è reso responsabile di una gestione superficiale della discarica di Bellolampo.
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