La sesta vasca di Bellolampo? «La responsabilità è solo sulla persona di Leoluca Orlando, decidete voi se nella veste di sindaco del capoluogo o se in quella di sindaco dell’Area Metropolitana di Palermo». Non ha dubbi l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, che in una delle lunghe pause che accompagnano il pomeriggio a Sala d’Ercole ha improvvisato una conferenza stampa per fare il punto sulla vicenda della sesta vasca della discarica di Bellolampo.
Nella ricostruzione fornita da Cordaro, trova spazio un dettagliato resoconto dei passaggi burocratici, dallo scorso 6 giugno ad oggi, rispetto all’iter autorizzativo per l’ampliamento della sesta vasca della discarica alle porte del capoluogo. La richiesta di autorizzazione all’ampliamento sarebbe stata presentata alla Regione lo scorso 6 giugno. Da lì, al netto di alcuni passaggi intermedi, il 15 giugno il progetto è stato trasmesso al presidente della commissione Via Vas (Valutazione d’Impatto Ambientale/Valutazione Ambientale Strategica). Da quel momento, come previsto dalla legge, è necessario che intercorrano 60 giorni «entro i quali – evidenzia Cordaro nella sua arringa difensiva – possono essere avanzate osservazioni prima che la commissione entri nel merito del progetto presentato». Dunque a Ferragosto. Così la commissione è stata riconvocata il 29 agosto e chiede alcune integrazioni al servizio 1 del dipartimento ambiente, che protocolla e successivamente notifica, il 6 settembre, la richiesta di integrazioni. E ancora, la Rap si prende 13 giorni per produrre la documentazione integrativa, per passarla al Servizio 1 il 19 settembre, che notifica le integrazioni alla Commissione Via Vas. È solo burocrazia. Ma torna in mente Alla Fiera dell’Est di Angelo Branduardi.
L’iter burocratico prosegue, tra trasmissioni e notifiche da un ufficio all’altro. Fino a oggi, 30 ottobre 2018, quando la commissione Via Vas ha espresso la valutazione favorevole «in ordine al parere preventivo», e dal dipartimento ambiente è stata convocata per il prossimo 5 novembre la conferenza dei servizi conclusiva per il rilascio dell’autorizzazione.
«Però è giusto anche sottolineare – evidenzia Cordaro – che Musumeci non è mai stato commissario straordinario per la sesta vasca. E che non è commissario unico per l’emergenza rifiuti. Musumeci è commissario per alcuni provvedimenti ad hoc, come la realizzazione della settima vasca, ma mai per la sesta. E non è un caso che proprio oggi sia partita una lettera dalla Rap, indirizzata al sindaco Orlando e non alla Regione. Perché è lui che può ricorrere a provvedimenti urgenti, non la Regione».
La norma a cui Cordaro fa riferimento è il Testo Unico Ambientale, che all’articolo 191 afferma che «ferme restando le disposizioni vigenti in materia di tutela ambientale, sanitaria e di pubblica sicurezza, qualora si verifichino situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente, e non si possa altrimenti provvedere, il Presidente della giunta regionale o il presidente della provincia ovvero il sindaco possono emettere, nell’ambito delle rispettive competenze, ordinanze contingibili e urgenti per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti». Per un periodo non superiore a sei mesi. «Se si deciderà di chiudere la sesta vasca – conclude Cordaro – non sarà, insomma, responsabilità della Regione ma del sindaco. Della città o dell’area metropolitana, fate voi».
In serata, anche il primo inquilino di Palazzo d’Orleans ha detto la sua, premettendo che «per stile istituzionale, non sono aduso a polemizzare con i rappresentanti istituzionali, ma, per favore, qualcuno spieghi al sindaco Orlando che le mie competenze commissariali per i rifiuti riguardano la settima vasca di Bellolampo, da realizzare. La sesta vasca, ormai colma, è di proprietà del Comune e quindi nella gestione della Rap. Essa riceve i rifiuti della città di Palermo e dei Comuni del Palermitano».
«Pertanto – conclude Musumeci – la competenza a evitare l’emergenza in atto è solo ed esclusivamente del sindaco del capoluogo, cui spetta il potere-dovere di emanare un’ordinanza che autorizzi, seppur per pochi giorni, l’utilizzo della medesima discarica».
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