Per metà novembre annunciano una nuova ispezione in discarica, ma oggi lanciano l’allarme: l’avvio del trattamento meccanico biologico a Bellolampo è a rischio. I parlamentari del Movimento Cinque Stelle accendo i riflettori sull’avvio dell’impianto trasferito la scorsa settimana dalla Regione al Comune e da questo alla Rap e costato 20 milioni di euro. Il collaudo tecnico-amministrativo sarà completato entro la fine di ottobre e la messa a regime dovrebbe avvenire a inizio novembre. Ma la tecnica di biostabilizzazione, obbligatoria per legge e utile ad abbattere l’impatto ambientale delle discariche e diminuire il conferimento finale, rischia di rimanere al palo a causa della carenza di mezzi e delle volture delle utenze, soprattutto Enel.
«Ci sono ritardi che purtroppo temevamo e che puntualmente si stanno verificando – dice la deputata palermitana M5S alla Camera, Claudia Mannino -. Per questo abbiamo fatto diverse ispezioni all’impianto e inviato continue richieste alle amministrazioni coinvolte, intimando a ciascuno di compiere gli atti necessari. Ad oggi lo smaltimento a Bellolampo avviene in maniera illegale – aggiunge – e sono stati spesi oltre 20 milioni di euro per porre rimedio a questa situazione. Per queste ragioni l’avvio del TMB deve rappresentare una priorità nell’interesse dei cittadini».
Eppure nella discarica alle porte di Palermo lo start-up operativo dell’impianto sembra ancora lontano. A non essere disponibili, secondo quanto denunciato dai pentastellati, sono i mezzi, mentre la Rap avrebbe assicurato che il personale da distaccare al Trattamento meccanico biologico è pronto. «Per non parlare della necessità di realizzare tutte le volture delle utenze, elettriche in primis – dice ancora Mannino -. Il rischio, ormai difficilmente scongiurabile, è che a inizio novembre, quando verosimilmente potranno entrare i rifiuti dentro il TMB per le prime prove, tutto sia bloccato per la mancanza di mezzi. Speriamo che le nostre previsioni siano sbagliate, ma ad oggi non possiamo essere fiduciosi».
Al momento restano sul tappeto numerosi interrogativi: come la Rap coprirà i costi di manutenzione, come sarà fissata la tariffa e quando e secondo quali modalità si effettuerà la voltura dell’Aia. «Di certo – conclude la deputata grillina – ci sembra surreale che questo delicatissimo impianto ancora non sia dotato di un piano economico-finanziario con le relative coperture per impedire che la mancanza di banali pezzi di ricambio possa bloccare la biostabilizzazione dei rifiuti del capoluogo palermitano».
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