Ci sono tre arresti per l’esplosione alla fabbrica di fuochi d’artificio avvenuta a fine novembre di due anni fa a Barcellona Pozzo di Gotto, quando a perdere la vita furono Giovanni Testaverde, Mohamed Mannai Tahar, Fortunato Porcino e Vito Mazzeo, operi di una ditta che stava eseguendo dei lavori, e la moglie del titolare Venera Mazzeo. La misura cautelare è stata emessa proprio nei confronti del vedovo Vito Costa, e di Corrado e Antonino Bagnato, di 65 e 38 anni. Quest’ultimo nell’esplosione Per loro l’accusa è di disastro e omicidio colposo.
«Le indagini sono state molto complesse, derivanti da uno scenario complicato legato alla tipologia dell’evento. Il Ris di Messina ha fatto un grandissimo lavoro e anche il nucleo ispettorato del lavoro – ha dichiarato Lorenzo Galizia, capitano della Compagnia dei carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, ai microfoni di Radio Fantastica -. Abbiamo potuto certificare che questi operai che stavano lavorando all’interno dell’edificio deputato a stoccare gli artifici pirotecnici; l’uso di una smerigliatrice ha prodotto delle scintille che hanno innescato l’esplosione. Molti reperti sono stati trovati a centinaia di metri, questo rende l’idea – ha concluso il capitano – della potenza dell’esplosione e dello scenario trovato dai primi soccorritori».
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